IL FOCUS
ROMA In Italia l'Rt scende sotto a 1 (a 0,97), il livello di guardia,

Sabato 23 Gennaio 2021
IL FOCUS
ROMA In Italia l'Rt scende sotto a 1 (a 0,97), il livello di guardia, ma rischia di essere solo un traguardo passeggero: è effetto delle chiusure decise durante le feste di Natale e Capodanno. La Sardegna, che ha arruolato anche il virologo dell'Università di Padova Andrea Crisanti per contenere l'epidemia, diventerà comunque arancione provenendo dal giallo, mentre per la Lombardia, il riconteggio dei dati causa il passaggio nello stesso colore ma arrivando dal rosso. Tutte le altre Regioni non cambiano, compreso il Lazio che comunque ora ha l'Rt sotto a 1 (a 0,94) e il livello di rischio basso, ma per scendere a giallo servono conferme tra una settimana.
LE NUVOLE
All'orizzonte, visto che cosa sta succedendo in Paesi vicini come Spagna e Portogallo, nuvole scure: il rischio di una risalita è palpabile. Non solo: la timida diminuzione dei casi è coincisa con la chiusura delle scuole, la ripresa delle lezioni avrà un effetto ancora tutto da valutare. Spiega Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del Ministero della Salute: «Le misure di contenimento e di restrizione hanno funzionato, bisogna pertanto continuare a mantenere dei comportamenti prudenti. Siamo nel corso di una campagna di vaccinazione ed è bene non sovraccaricare le strutture sanitarie». Cosa dice il report diffuso ieri dalla cabina di regia del Ministero della Salute e dell'Istituto superiore di sanità? «L'epidemia resta in una fase delicata ed un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale. L'attuale quadro a livello nazionale sottende infatti forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all'elevata incidenza impongono comunque incisive misure restrittive». L'incidenza (il numero di casi ogni centomila abitanti in due settimane) è scesa (è a 339,24, era sopra a 368); sono quattro le Regioni con una classificazione di rischio alto (Sicilia, Sardegna, Umbria e Provincia autonoma di Bolzano), erano 11 la settimana scorsa. Sul fronte dei ricoveri, la situazione migliora ma restano sopra i livelli di allerta molte regioni.
OSPEDALI
Per le terapie intensive c'è un tasso di occupazione sopra il livello di guardia del 30 per cento in Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Bolzano, Trento, Puglia, Umbria e Veneto; allerta per oltre il 40 per cento dei posti occupati in area medica da pazienti Covid in Emilia-Romagna, Lazio, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Piemonte e Bolzano.
Cosa dicono invece i dati di ieri sulle ultime 24 ore? Di fatto si conferma l'analisi del report della cabina di regia (che invece ha una base settimanale). I nuovi casi positivi sono stati 13.633 (il venerdì precedente erano stati decisamente di più, sopra quota 16.000). La percentuale di positività sul totale dei tamponi eseguiti (con la nuova formula che conta anche gli antigenici di ultima generazione, non solo i molecolari) è del 4,9 per cento. Tra le Regioni, il dato più alto è quello della Lombardia (quasi 2.000 casi), ma si conferma la situazione molto complicata che sta vivendo la Sicilia, visto che sono stati identificati 1.355 nuovi infetti. Migliora la situazione sul fronte dei ricoveri: 21.691 in area medica e 2.390 in terapia intensiva (sette giorni fa erano rispettivamente 22.841 e 2.522) anche se non va sottovalutato il fatto che sono stati ricoverati in rianimazione, anche ieri, altri 144 pazienti. Attualmente in Italia ci sono 502mila persone positive (50mila in meno di una settimana fa) e la stragrande maggioranza è in isolamento a casa (477mila). Ma continua a spaventare il numero dei decessi: siamo saliti a 84.674, con un incremento nelle ultime 24 ore di 472 unità. Di fatto, malgrado una flessione del numero dei casi positivi, il drammatico conteggio dei decessi quotidiani sembra non avere sensibili riduzioni. Vero è che questo è sempre l'ultimo dato a cambiare, ma serviranno altri giorni per comprendere se siamo di fronte a una anomalia.
Mauro Evangelisti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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