IL FOCUS
ROMA I numeri vanno esaminati con sangue freddo senza soffermarsi al

Venerdì 27 Marzo 2020
IL FOCUS
ROMA I numeri vanno esaminati con sangue freddo senza soffermarsi al dato più eclatante, l'aumento del numero dei nuovi contagiati. Va osservato che c'è stata una impennata dei test eseguiti e che l'incremento più consistente dei casi positivi interessa soprattutto chi non viene ricoverato in ospedali, dunque stiamo trovando più del passato i pazienti con pochi sintomi che prima abbiamo cercato meno. Al di là della risalita dei nuovi positivi registrata ieri (4.492), la tendenza di una diminuzione della crescita dei contagi si conferma. Restano però alcuni segnali preoccupanti: in Lombardia torna ad aumentare il numero dei positivi e in particolare in provincia di Milano, dove c'è stato un incremento di 848 casi in un solo giorno, anche se è un dato che può essere collegato alla variabili dei tempi di elaborazione dei tamponi. E poi c'è il numero dei morti: ieri sono stati 662, meno del giorno precedente quando erano stati 683, ma nel conto mancano le vittime del Piemonte, che secondo i dati diffusi dalla Regione, sono 46. In sintesi: i deceduti sono ben oltre quota 700. Ora i deceduti sono 8.165, un numero altissimo. Va ricordato anche quanto ha spiegato ieri il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori: «Nella mia città dal primo al 24 marzo, i decessi dei residenti sono stati 446: 348 più della media degli ultimi anni (98). I decessi ufficialmente dovuti a Covid19 nel periodo sono 136. Ce ne sono 212 in più. Con una mortalità all'1,5-2 per cento, i contagiati in città sarebbero tra 17 e 23mila».
Ieri, nel corso della conferenza stampa delle 18 alla Protezione civile (ancora assente il capo Angelo Borrelli che ha la febbre ma è negativo al tampone), il vice direttore vicario dell'Organizzazione mondiale della Sanità, Ranieri Guerra, ha spiegato: «Il Governo italiano deve rafforzare il messaggio alla popolazione provata dalle misure di contenimento e dare supporto in un momento di stanchezza; la popolazione ha bisogno di qualcosa di più, servizi domiciliari che bisogna garantire, anche da parte di psicologi».
CURVA
Torniamo ai numeri, premettendo che se la curva di crescita è leggermente più alta di ieri, però si mantiene costantemente sotto il 10 per cento e questo è importante. I casi attualmente positivi, dunque senza chi è guarito e chi è deceduto, sono 62.013, 4.492 in più del giorno prima. La percentuale di incremento è del 7,8 per cento, mentre il giorno precedente era del 6,5. Se invece ci soffermiamo sui casi totali passiamo da 74.386 a 80.539. Significa 6.153 in più, con un aumento dell'8,2 per cento (il giorno prima era del 6,7). Sia chiaro, aumenta costantemente anche il numero dei pazienti guariti: ieri erano 999, per un totale di 10.361. Ma per comprendere meglio quali siano le caratteristiche dei nuovi positivi bisogna confrontare quattro percentuali: nuovi casi attualmente positivi più 7,8 per cento; chi viene ricoverato in ospedale più 7,1; in terapia intensiva più 3,5; isolati a casa perché non gravi più 8,8. Questo spiega che sta crescendo soprattutto la parte di pazienti con sintomi meno rilevanti. Agostino Miozzo, direttore del Dipartimento di protezione civile: «È importante che ci sia un rallentamento della curva ma non possiamo aspettarci un'improvvisa diminuzione. Dobbiamo osservare nei prossimi giorni gli effetti delle decisioni prese, stiamo già analizzando la ragione del piccolo incremento. L'ipotesi è che ci sia stato un accumulo di risultati di tamponi eseguiti nei giorni precedenti. Ma la velocità di incremento della curva sembra rallentare». E sulla situazione del personale sanitario in prima linea osserva Ranieri Guerra, vicepresidente vicario dell'Oms: «Non possiamo dire che il sistema sanitario italiano non sia stato in grado di rispondere a questa pandemia. Quello che accade altrove sta a significare quanto il nostro Paese sia stato in grado di muoversi rapidamente. A me invece preoccupa l'invecchiamento di personale e il mancato ricambio».
Mauro Evangelisti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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