IL FOCUS
PADOVA Da un prelievo di sangue per poter misurare la prevalenza dell'infezione.

Mercoledì 1 Aprile 2020
IL FOCUS PADOVA Da un prelievo di sangue per poter misurare la prevalenza dell'infezione.
IL FOCUS
PADOVA Da un prelievo di sangue per poter misurare la prevalenza dell'infezione. Si inizierà come medici, infermieri, personale sanitario del Pronto soccorso centrale e del reparto di Malattie infettive e tropicali dell'Ospedale di Padova, e con analoghi colleghi dell'Istituto oncologico veneto. Un centinaio i soggetti sottoposti a screening al giorno per quella che è la nuova sperimentazione per rafforzare la lotta al coronavirus, sperimentazione messa a punto dal professor Mario Plebani del Dipartimento di Medicina di Laboratorio dell'Azienda ospedaliera di Padova e dal professor Giuseppe Lippi del Laboratorio Analisi dell'Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona.
La novità si basa su un test sierologico. Questo viene utilizzato per rilevare l'avvenuto contagio, ovvero la presenza di anticorpi che accertino il contatto con il virus, e la successiva immunizzazione ovvero la risposta anticorpale al virus stesso. «L'indagine sierologica - sottolineano i due docenti universitari nel report di presentazione del progetto - potrà inoltre tracciare cluster di soggetti contagiosi, identificare positività al di fuori della fascia temporale di positività del test molecolare, monitorare pazienti in via di guarigione, accertare potenziali ricadute della malattia».
L'indagine sarà in due fasi: dopo lo screening di medici e infermieri in questi giorni maggiormente esposti a rischio contagio (a seguire Pronto soccorso e Malattie infettive si analizzerà anche il personale di Pneumnologie e Terapie intensive), l'analisi allargherà il cerchio coinvolgendo le case di riposo e ad altri ambiti particolarmente delicati dove poter intercettare casi asintomatici benchè positivi.
I DUBBI
Resta lo scetticismo di Ranieri Guerra, direttore vicario dell'Organizzazione mondiale sanità: «I test sierologici oggi disponibili non sono affidabili per quanto riguarda una diagnosi di Covid-19 o procedure protocollate di reinserimento al lavoro o di esenzione dall'isolamento».
I diretti interessati preferiscono non ribattere ma al momento sono impermeabili alle critiche. A parlare saranno i dati scientifici.
F.C.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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