IL DRAMMA
PADOVA Dopo undici giorni di ricerche disperate, le speranze che il

Venerdì 2 Aprile 2021
IL DRAMMA PADOVA Dopo undici giorni di ricerche disperate, le speranze che il
IL DRAMMA
PADOVA Dopo undici giorni di ricerche disperate, le speranze che il 21enne Mattia Fogarin fosse ancora vivo sono svanite ieri mattina, poco dopo le 10. A quell'ora, lungo l'argine del Bassanello - passeggiata molto amata dai padovani - uno dei tanti podisti ha visto galleggiare in acqua un corpo. Proprio lì, dove i sommozzatori dei vigili del fuoco avevano cercato per giorni e giorni Mattia, senza mai trovare alcuna traccia. Una situazione che aveva acceso nel cuore dei genitori e della sorellina del giovane la speranza che il ragazzo fosse ancora vivo. Magari nascosto chissà dove. Ma vivo.
La realtà, invece, purtroppo era ben altra: il 21enne ha messo in atto i propositi suicidi che aveva preannunciato al padre in quella disperata e confusa telefonata di lunedì notte: «Mi butto in un cassonetto. Non seguitemi». Ma il cassonetto non c'entrava nulla. Mattia si è gettato nelle fredde e limacciose acque del Bacchiglione, lato canale Scaricatore, probabilmente pochi minuti dopo aver chiuso l'ultima telefonata con la madre, alle 4 di notte.
Lì, a pochi passi dal ponte pedonale del Bassanello, i carabinieri avevano localizzato l'ultima cella agganciata dal suo cellulare. E lì, in effetti, nascosto dal fondo fangoso del canale, si trovava il corpo di Mattia.
Dopo giorni e giorni di ricerche ovunque, in acqua e a terra, il suo corpo è venuto a galla dopo essere stato liberato dalla corrente dalla stretta del limo che l'aveva imprigionato per giorni. In pochi minuti i vigili del fuoco, che stavano scandagliando il letto del canale un poco più a valle, sono arrivati con la lancia e hanno recuperato il cadavere. Riconoscere Mattia è stato semplice: aveva addosso i vestiti con cui era uscito furiosamente di casa quella notte. Il pubblico ministero Sergio Dini è arrivato sul luogo del ritrovamento assieme anche al comandante provinciale dell'Arma, Luigi Manzini. È stata disposta l'autopsia e si continueranno a svolgere le indagini, ma sembra ormai praticamente certo che il giovane si sia tolto la vita.
IL DOLORE DEI GENITORI
Sull'argine sono arrivati anche Marzia e Nicola, i genitori di Mattia. Avevano saputo di un corpo che galleggiava al Bassanello e sono voluti andare sul posto subito, di persona. Quando hanno saputo che era finita, che quel corpo era quello del loro figliolo, l'urlo straziante di mamma Marzia ha squarciato il silenzio che era calato lungo la stradina arginale ricoperta di sassolini bianchi. Quelli che papà Nicola sentiva scricchiolare sotto i piedi del figlio durante quell'ultima telefonata. Non erano i sassolini del Parco Iris, dove aveva detto confusamente al padre di trovarsi. Erano quelli della strada bianca sul lungargine Bassanello. A una quindicina di minuti a piedi dalla sua casa, a Terranegra.
I carabinieri avevano ricostruito nel dettaglio gli ultimi giorni e le ultime ore del ragazzo. Mattia era un giovane timido. Attraversava un momento difficile e aveva il cuore spezzato. Spezzato perché era innamorato, non corrisposto, di una ragazza poco più giovane. Lei nel suo appello, pochi minuti prima che il passante avvistasse il corpo galleggiare nell'acqua, gli aveva chiesto di tornare, gli aveva detto che era come un fratello e che tutto si sarebbe potuto risolvere. Era proprio questa ragazza la lei che Mattia continuava a ripetere ai genitori: «Ho fatto qualcosa a cui non posso rimediare, se non faccio qualcosa lei verrà a casa».
Lunedì notte, dopo l'una, era uscito stravolto, urlando ai suoi di non seguirlo. Papà Nicola era riuscito a chiamarlo: lui era confuso, disperato, avvilito. Gli aveva ripetuto che aveva fatto qualcosa di grave e che per questo si sarebbe buttato in un cassonetto. Non ha voluto sentire ragioni. L'ultimo contatto alle 4 con la mamma: una telefonata fatta proprio dalla zona lungo l'argine. Lì lo posizionava l'ultima cella agganciata dal cellulare. E lì 11 giorni dopo è emersa la verità: Mattia si era buttato nel fiume pochi minuti dopo aver salutato per sempre mamma Marzia.
Marina Lucchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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