IL DIBATTITO
VENEZIA I più pensavano che la scena sarebbe stata monopolizzata

Mercoledì 5 Maggio 2021
IL DIBATTITO
VENEZIA I più pensavano che la scena sarebbe stata monopolizzata dai dieci consiglieri di opposizione e che tra le file della maggioranza, come avviene puntualmente ad ogni seduta di consiglio regionale, avrebbe regnato il silenzio. La strategia, invece, è cambiata: vuoi per l'attenzione mediatica sollevata dall'inchiesta di Report, vuoi per i riflettori accesi sulla seduta della Quinta commissione Sanità, ieri la decisione è stata di far parlare più consiglieri possibili della maggioranza. Così il dibattito è corso su due binari: l'opposizione a ripetere di fare chiarezza sui morti della seconda ondata del Covid e a lamentare «l'inagibilità politica» dell'assemblea legislativa; la maggioranza a difendere il suo presidente e i tecnici della Regione. Attacchi e accuse da entrambe le parti con eloqui spesso più da bar sport che da istituzione regionale.
LE DENUNCE
Dopo i nove tecnici schierati da Palazzo Balbi, ha preso la parola Arturo Lorenzoni, speaker dell'opposizione, che ha replicato a Zaia: «Io le palle le ho, ma di andare in Procura non mi interessa, il tema è politico. Oggi abbiamo sentito dall'oste che il vino è buono e non ci potevamo aspettare niente di diverso, ma purtroppo il tema è un altro: il vino è aceto. I dati ci mostrano che il Veneto, tra ottobre e gennaio, ha avuto un andamento totalmente al di fuori di qualsiasi aspettativa. I deceduti in Veneto al 28 aprile sono stati 231 per 100.000 abitanti, contro una media nazionale di 200 e noi vogliamo dare una spiegazione a questo. Penso che sia un diritto di tutti cercare di fare chiarezza».
La replica dal capogruppo di Zaia Presidente, Alberto Villaniva: «Troppe incongruenze, il Pd ha preso un enorme granchio. Come mai il professor Crisanti comunica i dati di questo studio alla stampa il giorno stesso in cui viene inviato al dottor Flor e non li comunica nemmeno al Comitato tecnico scientifico di cui fa parte? E visto che i tamponi rapidi non sarebbero stati validi come test di massa, come mai la Regione Sardegna, dove Crisanti è stato chiamato come consulente per gestire l'emergenza, ha reso noto di aver acquistato 2 milioni di test rapidi?».
Un ping pong pro e contro il governatore. Lo zaiano Roberto Bet: «In contesti di guerra non si spara sulla Croce Rossa». La dem Francesca Zottis: «Le nostre osservazioni non mettono in dubbio il lavoro dei sanitari». Elena Ostanel (VcV): «Andare in Procura? Non mi interessa, è qui che si deve discutere, è dal 9 dicembre che ho sollevato il tema dei tamponi rapidi». La zaiana Silvia Rizzotto: «Volevate un confronto politico e non tecnico, ma le prime domande che avete posto sono squisitamente tecniche». Erika Baldin, M5s: «Mi sento in imbarazzo, questa seduta di commissione sembra un'aula di tribunale nei confronti del professor Crisanti». L'azzurra Elisa Venturini ha ringraziato Zaia per le responsabilità che si è assunto nella gestione della pandemia, mentre la verde Cristina Guarda ha insistito sui test rapidi: «Andare in Procura? Io le palle non le ho, ma ho due ovaie pronte eventualmente a farlo». «Vergognatevi - ha tuonato al Pd il capogruppo leghista Giuseppe Pan - Avete la responsabilità di sputtanare il Veneto». E il leghista Marzio Favero, sempre all'opposizione «Oggi avete fatto un autogol sia sul piano politico che tecnico, ed è deprimente, è un modo per svilire il lavoro del consiglio». Raffaele Speranzon, capogruppo di Fratelli d'Italia, se l'è presa anche con Roma: «Dal ministero della Salute abbiamo avuto indicazioni contraddittorie su mascherine e tamponi, idem dal professor Crisanti sui vaccini, mentre dal servizio pubblico della Rai c'è stata cattiva informazione».
La vicecapogruppo dem Vanessa Camani ha insistito: «Il problema non è la trasmissione Report o Crisanti, ma la risposta sui motivi di un numero quadruplicato di morti in Veneto nella seconda fase. Chiediamo una commissione di inchiesta perché sono necessarie risposte puntuali e approfondite sulle responsabilità politiche di chi ha deliberatamente ignorato i segnali di fine ottobre, gli appelli di medici, cittadini, sindacati a tenere la curva sotto controllo e a non voler mantenere a ogni costo il Veneto in zona gialla. L'aspetto più grave è aver voluto anteporre le ragioni dell'economia a quelle della salute». Caustico l'assessore leghista Roberto Marcato: «La narrazione delle opposizioni secondo cui i dati sull'epidemia sono stati falsati per mantenere il Veneto in zona gialla e che è stata alimentata dalle affermazioni di Galileo Crisanti, Gali per gli amici, si è dissolta come neve al sole alla luce del rigore dei dati forniti dai tecnici».
(Al.Va.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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