IL DIBATTITO
VENEZIA C'è la Lega dei governatori, come Luca Zaia in Veneto

Sabato 31 Luglio 2021
IL DIBATTITO
VENEZIA C'è la Lega dei governatori, come Luca Zaia in Veneto e Massimiliano Fedriga in Friuli Venezia Giulia, che raccomandano cautela nei comportamenti e rispetto delle regole. E c'è la Lega dei parlamentari, come il trevigiano Dimitri Coin e il veneziano Alex Bazzaro, che scendono in piazza insieme al variegato popolo dei no-pass, pur precisando di non essere dei no-vax. Ma c'è anche la Lega dei militanti, frastornati dalle tante («troppe», corregge qualcuno) sensibilità che convivono nel partito, con il rischio secondo molti di alimentare pericolose ambiguità e fastidiosi imbarazzi, sia pure in un movimento che rivendica la libertà di opinione.
LE DICHIARAZIONI
La preoccupazione è stata espressa ieri sul Gazzettino dal consigliere regionale leghista Marzio Favero, un filosofo a cui spesso capita di impersonare la coscienza critica del movimento. «Parlare di regime dispotico è una totale assurdità. Ed è sbagliato strizzare l'occhio a movimenti come quello dei no-vax. La certificazione verde serve a dire che una persona ha fatto il possibile per non essere veicolo di contagio. È una questione di responsabilità», ha ammonito l'ex sindaco di Montebelluna. «È come avere la patente per guidare la macchina. È una limitazione della libertà questa? Non bisogna confondere la libertà con il libero arbitrio. Essere liberi significa seguire la legge morale, che per sua natura è condivisa e che permette di accettare le regole del vivere assieme», ha aggiunto il docente, in riferimento alle parole pronunciate nell'intervista del giorno prima dal conterraneo Coin, orgoglioso di partecipare alla manifestazione nella Capitale: «Liberi di scegliere, no Green pass obbligatorio, io ci sarò. Vaccinarmi? Non lo so, vedrò come sarà la situazione, magari anche no». Dichiarazioni che fra l'altro facevano il paio con quelle del collega Bazzaro: «No al Green pass obbligatorio. Un dovere esserci. Ci vediamo a Roma».
LA DISTANZA
Nelle loro uscite pubbliche, i leghisti no-pass si sono fatti scudo di post firmati da Matteo Salvini, come questo: «L'obiettivo di tutti, mio come di Draghi, è salvare vite, proteggere gli italiani, la loro salute, il loro lavoro, la loro libertà. Fondamentale mettere in sicurezza i più anziani, i nostri genitori e i nostri nonni, senza penalizzare, rinchiudere o multare i figli e i nipoti». Ma rispetto alle proteste, i presidenti leghisti delle Regioni hanno marcato la distanza. Ha detto Zaia al Corriere della Sera: «Un discorso è discutere legittimamente sull'obbligatorietà, come fa il segretario Salvini. Altra cosa è farsi portatori di una linea in cui io assolutamente non mi identifico. E mi rifiuto di pensare che sia quella del partito». Ha rilanciato Fedriga a Repubblica: «Personalmente non condivido la campagna No vax o No pass: dunque quella della fiaccolata non è la mia piazza».
IN DIRETTA
Sollecitato a commentare la situazione, in diretta da Marghera ieri Zaia è stato molto diplomatico: «Il dibattito ci sta ed è il sale della democrazia. Il grande valore del mio partito è che non c'è una dittatura che impone il pensiero unico. Non trovo trascendentale il dibattito sull'obbligatorietà o meno, che è il tema più profondo. Quindi dico sì al dibattito e trovo giusto che ci sia fino in fondo. Oltretutto sosterrò sempre la volontarietà della vaccinazione. Ma non posso accettare che ci sia chi, e non parlo solo dei leghisti, dica che il virus non esiste. Su questo tema non abbiamo bisogno di un conflitto tra guelfi e ghibellini». Il richiamo del presidente Sergio Mattarella alla responsabilità collettiva sembra però stridere con la partecipazione alle fiaccolate da parte di esponenti di un partito che pure sta nel Governo di unità nazionale. «Il capo dello Stato fa giustamente i suoi appelli ha concluso Zaia ma esiste la libertà costituzionale di manifestare. Chiaramente poi noi amministratori siamo più prudenti e applichiamo le leggi, mentre i parlamentari fanno politica e possono dire se sono a favore o contro quelle leggi».
A.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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