IL DELITTO
BOLOGNA La giovane vita di Giuseppe Balboni è finita in fondo

Mercoledì 26 Settembre 2018
IL DELITTO
BOLOGNA La giovane vita di Giuseppe Balboni è finita in fondo a un pozzo profondo tre metri, in una zona di calanchi, boschi e vigneti tra le province di Bologna e Modena. Ucciso con una pistola per mano di un coetaneo che ha confessato. Vicino a un casolare, si sono tragicamente interrotte ieri le ricerche del 16enne scomparso dalla mattina di lunedì 17 settembre, quando avrebbe dovuto iniziare la scuola in un istituto tecnico di Bologna e invece non è più tornato a casa a Zocca, nel Modenese.
LE INDAGINI
Del caso si occupano i carabinieri coordinati dalla Procura per i minorenni, con il procuratore capo Silvia Marzocchi che è personalmente andata sul luogo del delitto, un casolare a Tiola di Castello di Serravalle, isolata frazione tre le colline al confine con il Modenese. Diversi minori, amici o conoscenti della vittima, sono stati sentiti dagli investigatori. Ieri pomeriggio è stato interrogato a lungo soprattutto un conoscente del 16enne, su cui si puntavano i maggiori sospetti. E il ragazzo ha ammesso i fatti: ha ucciso lui Giuseppe, e lo ha fatto con la pistola del padre, anche se il movente non è ancora chiaro per gli inquirenti. Altri amici della vittima, che hanno lasciato un mazzo di fiori gialli per ricordarlo nei pressi del luogo dove è stato recuperato il corpo, avevano parlato delle sue cattive frequentazioni, del coinvolgimento in giri strani, forse anche con ragazzi più grandi. Pare che quel giorno Giuseppe avesse un appuntamento per colazione, proprio nella zona di Tiola, o almeno così aveva detto ai genitori, prima di sparire. Per cercarlo c'era stato un importante dispiegamento di forze. «Purtroppo è finita in modo tragico», ha detto Daniele Ruscigno, sindaco dell'unione di Comuni che comprende Castello di Serravalle, di cui Tiolo è frazione e dove Giuseppe, pur residente a Zocca, aveva la compagnia di amici.
LE TRACCE
Nei giorni scorsi proprio a Castello di Serravalle era stato ritrovato il suo scooter Phantom F12 rosso, in sella al quale si era allontanato: il mezzo era nei pressi di una fontana, coperto da foglie. Rinvenuti anche altri oggetti personali e indumenti, prima una giacca, poi il portafogli. I genitori avevano fornito informazioni e diffuso le foto col volto del figlio lanciando un appello, anche sui social, per ritrovarlo. Della scomparsa del 16enne si era occupata anche la trasmissione Chi l'ha visto?. Appelli prima preoccupati, via via sempre più disperati. Chi lo conosceva aveva infatti subito escluso l'ipotesi di un allontanamento volontario e in Procura a Modena, dopo la denuncia formale della famiglia, era stato aperto un fascicolo sulla scomparsa. Il cadavere, portato via intorno alle 16.30, è stato trovato in mattinata e le sue condizioni hanno fatto pensare subito a un omicidio. L'ispezione del medico legale ha confermato la presenza di almeno una ferita compatibili con colpi d'arma da fuoco. Del recupero, complesso e prolungato visto che il pozzo aveva un'apertura molto piccola, si sono occupati i sommozzatori di Bologna, anche loro coinvolti negli otto giorni di ricerca in questa zona di vigneti, fitti boschi e casolari isolati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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