Il debutto di Italia Viva

Venerdì 20 Settembre 2019
IL CASO
ROMA Con 26 deputati è nato formalmente il gruppo di Italia Viva alla Camera e, con 15 senatori, nascerà anche al Senato. Se a Montecitorio il passo era scontato, non così si poteva dire per Palazzo Madama, dove il regolamento vieta la costituzione di un gruppo a meno che il simbolo non sia stato presentato alle elezioni. A soccorrere l'ex premier è arrivato il socialista Riccardo Nencini, senatore eletto nella lista Insieme (cartello elettorale formato da Psi, Verdi e Movimento Area Civica, con i tre soggetti che avevano mantenuto anche il proprio simbolo). Il gruppo al Senato si chiamerà infatti Psi-Italia Viva, con i socialisti che precisano: «Nessuna confluenza nel movimento di Renzi, il Psi manterrà la sua autonomia politica e la propria identità».
Ai vertici di Italia Viva la ministra Teresa Bellanova, che sarà il capodelegazione al governo, e il vicepresidente della Camera Ettore Rosato, che sarà probabilmente coordinatore nazionale. Per i due capigruppo in Parlamento salgono le quotazioni di Maria Elena Boschi (ballottaggio con Luigi Marattin alla Camera) e di Davide Faraone (al Senato). L'ex premier, partito per la Cina per una serie di conferenze, continua a professare fedeltà al governo, «è evidente che abbiamo tutto l'interesse a mandarlo avanti», e ribadisce: «Non stacco la spina, basta fake news».
I SOSPETTI
Rassicurazioni che però non tranquillizzano fino in fondo Giuseppe Conte che, ospite della festa di Articolo 1, non nasconde il disappunto per la scissione consumata dall'ex leader del Pd: «Mi hanno sorpreso i tempi, e l'ho detto francamente a Renzi. Nel momento in cui un presidente incaricato deve sciogliere la riserva è bene che abbia piena contezza di come si predispongono le forze di governo». Tuttavia, aggiunge il presidente del Consiglio, «non è venuta meno la sostenibilità del progetto di governo».
I PROBLEMI
Conte, e con lui i vertici del Pd, sa che la navigazione dell'esecutivo sarà meno agevole ora che c'è un partito in più nella maggioranza. Uno dei primi problemi che si presenteranno alle Camere, per esempio, è quello della distribuzione dei parlamentari di Italia Viva nelle commissioni. E' chiaro che i numeri saranno fondamentali per condizionare l'azione di governo: sotto osservazione ci sono le commissioni Bilancio e Affari costituzionali dei due rami del Parlamento, decisive le prime per l'iter della Finanziaria e le altre per la legge elettorale.
Insomma se Renzi e i suoi volessero creare problemi alla maggioranza le occasioni sono a portata di mano. E questa prospettiva agita soprattutto i dem. Nicola Zingaretti si augura che la nascita di Italia Viva «non abbia nessun impatto sul governo». Gli altri dirigenti del Pd sono in attesa delle mosse renziane e non si fidano dell'ex rottamatore: «Sarà una escalation - prevede un parlamentare dem - la competizione tra noi e loro è destinata a durare a lungo».
Il partito adesso si prepara alla direzione di lunedì, che dovrebbe affrontare anche il tema della legge elettorale, e c'è chi pensa a una riforma proporzionale con una soglia di sbarramento alta, al 5%, per provare a spuntare le unghie a Italia Viva. Intanto, se non è ancora smaltita l'amarezza per la scissione («chi se ne va - dice Graziano Delrio - dimentica di essere stato eletto con noi») al gruppo dem della Camera si consolano con l'arrivo dell'ex ministra della Salute Beatrice Lorenzin.
Fabrizio Nicotra
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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