IL CONTAGIO
VENEZIA Il 24 dicembre 2020, pochi minuti prima della mezzanotte,

Giovedì 18 Febbraio 2021
IL CONTAGIO
VENEZIA Il 24 dicembre 2020, pochi minuti prima della mezzanotte, l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (Izsve) annunciò al governatore del Veneto, Luca Zaia, di aver sequenziato dai tamponi inviati dalle Ulss otto varianti del Covid-19. Cinque erano già note nel database nazionale, due erano (e sono rimaste) venete nel senso che non se ne è trovata traccia altrove, una era la temuta variante inglese. A distanza di quasi due mesi, l'Izsve ha trovato 11 varianti, compresa la brasiliana. Il contagio di quest'ultima mutazione si è verificato nel Padovano. Non c'è traccia, invece, della variante africana. In compenso, quella inglese dalla vigilia di Natale ad oggi si è diffusa parecchio, tanto da rappresentare il 18% dei contagi in Veneto.
IL QUARTO REPORT
Il punto sulle mutazioni sarà fatto oggi a Marghera, nel corso della consueta conferenza stampa del governatore Zaia, alla quale parteciperà la direttrice dello Zooprofilattico Antonia Ricci. Il precedente aggiornamento - il quarto - effettuato dall'Istituto aveva riguardato 154 campioni prelevati tra novembre 2020 e gennaio 2021. I virus caratterizzati in Veneto da novembre 2020 appartengono a quindici diversi lineage, di cui cinque a varianti selezionate dal Centro europeo per la prevenzione e controllo delle malattie (Ecdc) come mutazioni che destano preoccupazione e da monitorare con attenzione. La variante inglese era stata identificata in 17 campioni. La novità è che adesso, nel Padovano, è stata trovata anche quella brasiliana.
IL BOLLETTINO
I dati clinici favorevoli e la bassa incidenza dei casi di Covid-19 sui tamponi - ieri scesa all'1,26% su oltre 39 mila tamponi eseguiti in 24 ore - non permettono comunque al Veneto di abbassare la guardia. «Siamo preoccupati - ha detto Zaia - perché oggettivamente il Veneto ha un comportamento anticiclico, abbiamo avuto un'onda d'urto a novembre e dicembre, e dal primo gennaio cominciato a calare. Siamo convinti che i fattori siano molteplici, di certo non solo per il cambio di colore della zona. Prendiamo atto che siamo circondati da cluster che sono in crescita».
Il direttore generale della Sanità, Luciano Flor, ha sottolineato che dal punto di vista sanitario si è scesi dalla fase 5 alla fase 2, quella che prevede meno di 900 malati positivi nelle aree con critiche degli ospedali e meno di 150 ricoverati nelle terapie intensive. Il bollettino aggiornato a ieri sera dava 905 casi positivi (323.427 dall'inizio della pandemia, altri 21 decessi (il totale 9.640), 3 nuovi ricoveri in terapia intensiva (ora sono in tutto 137 di cui però solo 100 positivi), ma 49 posti letto liberati nelle aree non gravi (1.307 i pazienti). Per quanto riguarda la profilassi, in Veneto sono 108.333 le persone che hanno già completato la vaccinazione anti-Covid.
FRIULI VENEZIA GIULIA
Al momento in Friuli Venezia Giulia - che peraltro rischia di finire in zona arancione nella catalogazione di domani - non è stata rilevata la presenza delle varianti brasiliana e sudafricana al Covid. Lo ha reso noto il vicepresidente del Fvg con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, rispondendo a un'interrogazione a risposta immediata in consiglio regionale. «Al momento su ottanta sequenze di campioni raccolti da dicembre a febbraio nessuna rappresentava le varianti brasiliana e sudafricana». Per quanto riguarda invece la variante inglese, nei giorni scorsi - ha ricordato Riccardi - erano emersi 17 casi dall'analisi di 267 campioni. La sorveglianza, ha concluso, «verrà ripetuta questa settimana con la stessa metodologia».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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