Il contagio arriva a Treviso muore un'anziana malata

Mercoledì 26 Febbraio 2020
IL QUADRO
VENEZIA La donna di 76 anni morta nel tardo pomeriggio di ieri all'ospedale di Treviso è la seconda vittima in Veneto del coronavirus, l'undicesima in Italia considerando anche i nove morti della Lombardia. Va detto che la paziente trevigiana, che faceva vita ritirata, era ricoverata dal 7 febbraio, le sue condizioni erano già critiche. E' stato disposto il test sia per la badante che l'accudiva che per due vicini di casa.
Non solo la lista dei decessi si è allungata, anche i casi di contagio in Veneto sono aumentati: 45 di cui 33 nel cluster di Vo' Euganeo, 4 nell'ospedale di Dolo, 4 nell'ospedale di Venezia più altri 4 casi non ancora associati a un gruppo di contagio. Tra questi ci sono la donna morta a Treviso, l'anziano di Limena ricoverato l'altra sera a Padova, il paziente della Gazzera ricoverato a Mestre e una quarta persona che è stata sottoposta ad accertamenti. Ancora non si è riusciti a capire i collegamenti tra questi gruppi, né se c'è un legame con il focolaio del Lodigiano o con quello veneto più consistente del paese sui Colli Euganei. E pensare che ieri la notizia di una paziente dimessa dall'Azienda ospedaliera di Padova aveva fatto ben sperare. Tra l'altro ieri si è saputo che è stata aperta una inchiesta sulla morte di Adriano Trevisan, l'impresario edile di 78 anni di Vo' Euganeo deceduto all'ospedale di Schiavonia venerdì 21 febbraio. E' stata la prima vittima in Italia da coronavirus e gli inquirenti vogliono accertare se le linee guida rispetto alla malattia, alla sua diagnosi e al contenimento del contagio, siano state rispettate.
Anche l'Alto Adige ha registrato il suo primo caso di coronavirus, la conferma è arrivata ieri sera dall'Istituto superiore di sanità.
IL PUNTO
Non è escluso che, alla volta di venerdì, e cioè a una settimana esatta dai primi due casi di contagio in Veneto, l'ordinanza Speranza/Zaia venga rivista. «Faremo il punto giovedì, vedremo se le prescrizioni potranno essere alleggerite - ha detto il presidente della Regione - o se, invece, dovranno essere inasprite. In tal caso il primo provvedimento riguarderà la chiusura delle scuole, al momento disposta fino al 1° marzo. Ma, ovviamente, dipenderà da come evolverà la situazione».
E' dato per scontato che i casi di contagio aumenteranno, ma va anche specificato che i malati in Veneto si trovano perché il Veneto li va a cercare: «Siamo a quasi 4mila tamponi effettuati principalmente nelle zone rosse - ha detto Zaia - Giusto per fare un paragone, l'Inghilterra ne ha fatti neanche il doppio di noi». Il Veneto è la Regione che finora ha fatto più tamponi in assoluto se si considera che a livello nazionale, stando a quanto riferito dal virologo Francesco Broccolo, sono stati fatti 6.500 test, mentre in Francia meno di 500. «Ora - ha detto Zaia - si fa pressante la necessità di rivedere il meccanismo di ricorso ai test, effettuandoli soltanto sulle persone che sono venute a contatto diretto con il virus o alle persone con gravi problemi respiratori conseguenti all'influenza».
Il governatore ha ricordato anche i dati citati da Walter Ricciardi, componente del Comitato esecutivo dell'Oms, giusto per porre la malattia nei giusti termini: su 100 persone malate, 80 guariscono spontaneamente, 15 hanno problemi seri ma gestibili in ambiente sanitario, il 5 per cento è gravissimo e di questo 5 per cento c'è un 3 per cento che muore. Cioè lo 0,15 per cento.
I COSTI
Ma quanto sta costando l'emergenza Covid-19 dal punto di vista sanitario? Un test costa 100 euro, quindi siamo già a 400mila euro di spesa solo per i tamponi. Un giorno di degenza nel reparto di Malattie infettive, comprensivo anche del costo del personale medico e paramedico, si aggira sui 400 euro al giorno; attualmente sono 13 i pazienti positivi al coronavirus ricoverati a Malattie infettive. Un giorno di degenza in Terapia intensiva ha un costo di 800 euro al giorno; e i pazienti ricoverati sono 5. Chi paga? Al momento anticipa la Regione come contabilità distinta, le spese poi dovrebbero essere coperte dalla Protezione civile nazionale, esattamente come per le tende con i 900 posti letto allestite davanti agli ospedali del Veneto.
I DANNI
E poi ci sono i danni provocati dal Covid-19 al mondo produttivo. Il governatore Zaia, incontrando i rappresentanti delle parti sociali e delle istituzioni del Veneto, ha anticipato di aver chiesto al Governo «provvedimenti diretti, che non possono limitarsi agli aspetti fiscali o solo alle zone rosse». Il rischio, infatti, è che l'emergenza sanitaria si traduca in emergenza economica. «L'emergenza coronavirus rischia di mettere in ginocchio la prima industria del Veneto, cioè il turismo, che conta oltre 70 milioni di presenze e 18 miliardi di fatturato - ha detto l'assessore Federico Caner - Il Veneto chiede al Governo ammortizzatori sociali anche per gli operatori del turismo e una campagna promozionale nazionale massiccia, ma anche gli operatori turistici dovranno fare la loro parte: è inutile e dannoso chiudere gli impianti a fune prima del termine della stagione o imporre al personale di accoglienza negli hotel di indossare la mascherina: sono misure che non valgono nulla in termine di prevenzione dal contagio e producono solo danno all'immagine turistica del veneto».
MESSA IN TV
E oggi, mercoledì delle Ceneri, a Venezia la messa celebrata dal patriarca Francesco Moraglia sarà a porte chiuse ma in diretta tv su Antenna 3 e Rete Veneta e sulla pagina Facebook di Gente Veneta.
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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