IL CASO
VENEZIA Sulle aspettative di Fratelli d'Italia per l'ingresso in Giunta,

Venerdì 25 Settembre 2020
IL CASO
VENEZIA Sulle aspettative di Fratelli d'Italia per l'ingresso in Giunta, grava il caso della condanna (in primo grado) a carico di Daniele Polato. Il Fatto Quotidiano ieri ha ricordato che all'assessore comunale di Verona, il più votato di Fdi alle Regionali con 10.807 preferenze, nove mesi fa è stato comminato un anno di reclusione con sospensione condizionale della pena, per l'accusa di aver autenticato le sottoscrizioni raccolte da Forza Nuova alle elezioni del 2015, quand'era ancora con Forza Italia, «attestando falsamente di aver accertato personalmente l'identità dei firmatari», rivelatisi in parte fasulli. Attraverso il suo staff, il neo-consigliere fa ora sapere di non voler commentare una vicenda giudiziaria su cui pende appello, ritenendo che l'ampio consenso ricevuto fra domenica e lunedì dimostri la stima dell'elettorato senza che possano esserne messe in discussione le qualità morali.
GLI INCASTRI
Comunque sia, la questione si inserisce nel gioco a incastri su cui il governatore Luca Zaia basa la formazione della sua squadra, nell'attesa che la Corte d'Appello proceda alla proclamazione degli eletti, attesa forse già per lunedì. Verona reclama due poltrone a Palazzo Balbi: oltre all'uscente Elisa De Berti, che dovrebbe essere confermata alle Infrastrutture, circola l'ipotesi dell'esterno Roberto Mantovanelli, presidente della partecipata Acque Veronesi e considerato uomo del segretario Lorenzo Fontana. Ma tutto dipenderà, appunto, da chi verrà scelto per Fdi: se fosse Polato, vorrebbe dire che una condanna non definitiva non è una pregiudiziale per Zaia; se invece venisse mantenuta al suo posto Elena Donazzan, si determinerebbe un intasamento a Vicenza, dove Manuela Lanzarin avrebbe già il bis in tasca e Nicola Finco scalpiterebbe per una promozione oltre il ruolo di capogruppo.
I MELONIANI
Ad ogni modo, i meloniani non intendono agitare polemiche interne e dichiarano di voler attendere le decisioni del governatore. Spiega il coordinatore regionale, e neo-senatore eletto proprio nel collegio scaligero, Luca De Carlo: «Non farò una lista di papabili, ma la prossima settimana mi siederò al tavolo con Zaia e capirò come Fratelli d'Italia potrà essere utile alla sua Giunta. Non siamo un partito che chiede posti e poltrone, ma che si confronta coerentemente con la coalizione di cui è parte integrante e alla cui vittoria ha contribuito con lealtà. Dei nomi parleremo più avanti. Quanto ai numeri, per come ci siamo comportati meriteremmo dieci assessori e la base ne vorrebbe quanti più fosse possibile... Ma la segreteria deve fare sintesi, consapevole che in Fdi non c'è stato un solo uomo forte, bensì un lavoro di squadra».
Aggiunge la rieletta Donazzan (10.743 preferenze, la donna più votata del Consiglio): «Sarà il presidente Zaia, e non i partiti, a scegliere la composizione della Giunta. Sono sicura che deciderà al meglio, senza imposizioni né trattative, perché ha stravinto lui. I numeri dicono che i leghisti non avrebbero bisogno di noi, ma la politica è fatta di contenuti e il Veneto può diventare un laboratorio, anche per dare rappresentanza al mondo dei Cinquestelle che questa volta si è riversato sulla lista Zaia, ma che può essere interpretato pure da Fdi».
A.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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