IL CASO
VENEZIA Le prime elezioni al tempo del Coronavirus uniscono l'Italia

Domenica 20 Settembre 2020
IL CASO
VENEZIA Le prime elezioni al tempo del Coronavirus uniscono l'Italia dal Nord al Sud. Ma il collante non è precisamente il senso di solidarietà, bensì piuttosto la paura del contagio: è infatti questa la motivazione maggiormente citata dalle migliaia di presidenti, segretari e scrutatori che nelle ultime ore hanno comunicato di rinunciare all'incarico. Lo conferma la Corte d'Appello di Venezia, a cui fino a ieri si sono rivolti anche parecchi Comuni del Veneto, alle prese con la necessità di garantire il regolare allestimento di 4.747 sezioni: «In alcuni casi siamo già alla seconda o terza sostituzione nello stesso seggio, per il timore del Covid e per la complessità delle operazioni previste in questa tornata, soprattutto in città».
LE CONSULTAZIONI
Lo dimostrano già i numeri delle varie consultazioni che si tengono oggi (dalle 7 alle 23) e domani (dalle 7 alle 15). Per le Regionali in Veneto sono 4.132.304 gli iscritti alle liste elettorali, di cui 2.020.296 uomini e 2.112.008 donne, anche se 375.116 risultano all'estero. Tutti questi sono chiamati pure al referendum confermativo sulla riduzione dei parlamentari. Per 352.696 maggiorenni di 393 seggi in provincia di Verona, inoltre, ci sono le suppletive del Senato. Quanto alle Comunali, sono coinvolti 41 municipi (di cui 4 sopra i 15.000 abitanti), per un totale di 513.877 abitanti; a Venezia le schede sono addirittura quattro, visto che devono essere rinnovate anche le municipalità. Più semplice è invece la situazione in Friuli Venezia Giulia, dove sono circa 946.000 gli aventi diritto al voto per il referendum e 39.869 quelli interessati anche dalle Comunali in 12 piccoli centri, tanto che ieri già a metà pomeriggio la Regione annunciava che tutti i seggi si erano «regolarmente costituiti».
LE SOSTITUZIONI
Al contrario in Veneto la ricerca degli addetti alle operazioni elettorali è andata avanti fino a sera. «Eravamo abituati alla naturale morìa di presidenti per nostra cancellazione dall'albo spiegano dalla Corte d'appello dopo errori commessi per imprudenza, negligenza o imperizia nelle precedenti elezioni. Ma questa volta dobbiamo fare fronte anche al problema Covid, peraltro non solo nei seggi ospedalieri e speciali, dedicati proprio ai malati. Succede che si tirino indietro il titolare, il primo sostituto e pure il secondo». Sono i sindaci a dover sopperire a tutte le carenze registrate a partire da venerdì pomeriggio, non soltanto per gli scrutatori nominati da loro ma pure per i presidenti di competenza della Corte. Diversi uffici comunali hanno però contattato proprio l'organo d'Appello, non sapendo più cosa fare dato che avevano esaurito le disponibilità dei rispettivi albi: è stato suggerito loro di pescare fra i residenti con titolo di studio (scuola dell'obbligo per gli scrutatori, istruzione superiore per i presidenti), consapevoli però che la mancanza di esperienza dei debuttanti «potrebbe causare qualche rallentamento nelle operazioni di spoglio».
IL RISCHIO E I COMPENSI
Tant'è, va così anche nel resto d'Italia, dov'è stato pure necessario lanciare appelli sui social: a Genova servivano 855 operatori, praticamente uno su tre; a Milano ci sono state 178 sostituzioni di presidenti e 1.620 di scrutatori; a Torino hanno rinunciato 506 su 919 responsabili e 1.487 su 2.800 collaboratori. A Roma la surroga ha riguardato 250 presidenti su 2.600 sezioni, a Bari le defezioni hanno registrato tassi del 70% fra i capi e del 40% fra gli altri. Clamoroso il caso di Potenza, dove una presidente di seggio ha ricevuto la comunicazione di essere positiva al virus poco dopo averlo insediato, per cui lei è tornata a casa, gli scrutatori sono stati rimpiazzati in attesa del tampone e la scuola è stata sottoposta alla sanificazione. Un rischio che evidentemente non vale l'entità dei compensi, benché aumentati per questa tornata: per tre giorni di servizio, 187 euro per i presidenti e 145 per gli scrutatori, importi che scendono rispettivamente a 90 e 61 euro nei seggi speciali.
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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