Il caso Sea Watch

Lunedì 20 Maggio 2019
LA GIORNATA
ROMA I primi a scendere a terra sono stati una donna incinta e il marito, proprio quando il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ribadiva il diniego allo sbarco. Anche i 47 migranti a bordo della Sea Watch3 sono approdati a Lampedusa, mentre l'imbarcazione della Ong tedesca, sequestrata dalla Finanza, è stata scortata fino a Licata. La decisione di fare scendere i profughi è stata presa dai pm di Agrigento: il procuratore capo Luigi Patronaggio e l'aggiunto Salvatore Vella, gli stessi che per primi avevano indagato il ministro per il caso Diciotti, e che ora procedono per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Un via libera che ha irritato il vicepremier leghista, che poche ore prima si era scagliato anche contro l'Onu per le critiche al decreto sicurezza bis, e che riapre il fronte - mai sopito - dello scontro tra Viminale e magistratura. «È una nave fuorilegge - dice Salvini - Se qualche procuratore intende fare il ministro si candidi». Poi, minaccia azioni giudiziarie: «Sono pronto a denunciare chiunque faccia scendere immigrati irregolari. Vale anche per organi dello Stato: se questo procuratore autorizza, vado fino in fondo».
Salvini assiste allo sbarco in diretta tv, «se qualche ministro ha dato l'autorizzazione ne risponderà davanti agli italiani. È stato Patronaggio o Toninelli», sbotta. E a stretto giro arriva la replica del ministro delle Infrastrutture: «Se ha qualcosa da dirmi, me la dica in faccia. L'epilogo della vicenda è legato al sequestro. Si informi prima di parlare e trovi soluzioni vere sui rimpatri». Intanto la procura di Agrigento fa sapere che il blocco della nave serve consentire accertamenti e anche per verificare se la condotta del comandante o della Ong abbia violato la legge.
IL DECRETO
Ma il fronte dello scontro è più ampio e mette di nuovo a rischio la tenuta del governo. Perché il dossier sui migranti agita gli ultimi giorni di campagna elettorale per le Europee, con Salvini che cerca di forzare i tempi per avere l'ok al decreto sicurezza bis in Cdm: «Spero che nessuno voglia perdere altro tempo», dice. E sottolinea poi il «silenzio» del premier Conte, «sono abituato ad avere avversari tra i poteri forti». Anche la tensione con Luigi Di Maio resta alta, con il leader del M5S impegnato mostrare il volto moderato del Movimento rispetto alla Lega. La convinzione del Viminale è che l'intervento della Finanza sia stato fatto d'accordo con i pm per aggirare il divieto di sbarco, «un'accelerazione d'intesa che ha spogliato il Viminale delle sue competenze» dicono dal ministro. Tesi che non trova d'accordo Di Maio: «Nessun espediente, la magistratura è indipendente. La Chiesa Valdese ha lanciato una disponibilità, lavoriamo sulla redistribuzione, queste tensioni non fanno bene al Paese».
Ma Salvini se la prende con tutti. Risponde con veemenza anche all'Alto Commissariato Onu, che in una lettera al ministro degli Esteri aveva criticato le direttive anti-migranti e chiesto di non approvare il decreto sicurezza bis. «È da Scherzi a parte», il commento del vicepremier leghista. Mentre il ministro Enzo Moavero incarica il Rappresentante italiano alle Nazioni Unite di contattare i firmatari della lettera «per chiedere elementi più precisi sulle fonti utilizzate».
Michela Allegri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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