IL CASO
ROMA Oltre un milione e mezzo di controlli in una settimana, ma questo non sembra aver bloccato i furbetti della fuga: 205 le persone denunciate per aver violato la quarantena, mentre sono stati quasi 50 mila i sanzionati per aver lasciato l'abitazione senza giustificazione. La battaglia contro il Coronavirus si fa sempre più in salita: il bel tempo, le prossime feste di Pasqua, i weekend lunghi e la convinzione che sta andando meglio con la curva dei contagi, ha portato di nuovo le persone per strada.
LE MISURE
Il Viminale cerca di correre ai ripari, effettuando pattugliamenti e posti di blocco, ma il senso di responsabilità resta il migliore deterrente contro la diffusione del Covid-19. Lo stanno ripetendo a chiare lettere da ogni parte: «Se non si resta a casa, si vanifica quanto fatto finora». «Bisogna evitare di cominciare a pensare che stiamo vincendo, e astenersi dal pensare che sia arrivato il momento di tornare alla normalità», ha insistito il commissario straordinario Domenico Arcuri, durante la conferenza stampa per fare il punto sull'emergenza.
Non c'è ottimismo tra gli addetti ai lavori, perché i dati dei decessi e dei contagi non consentono di cantare vittoria. E allora il contrasto continuerà a essere su due fronti: con controlli massicci e con la spinta a resistere. Anche perché pensare di tornare rapidamente alla normalità, alla cosiddetta fase 2, imporrà rigide distanze interpersonali: «Che è l'unico modo per evitare il contagio», ha sottolineato il ministro Roberto Speranza. E il viceministro Pier Paolo Sileri ha aggiunto: «Bisognerà abituarsi all'idea che si dovrà convivere con il virus e con il distanziamento sociale fino al vaccino. Dovremo investire in educazione, abituarci all'uso delle mascherine. Ne serviranno a milioni. Finché non sarà disponibile un vaccino, è ipotizzabile il verificarsi di nuovi focolai, ma sicuramente saranno più controllabili».
Lo stesso messaggio è quello che arriva dal governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, che ieri si è recato in visita all'Inmi, l'Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani. «Le iniziative di contenimento stanno funzionando - ha dichiarato - ma serve assoluto rigore nel rispetto delle regole. Non abbassiamo la guardia in alcun modo. Faccio un appello per continuare a resistere».
Già dai primi giorni della prossima settimana il Dipartimento di pubblica sicurezza emetterà una circolare per Pasqua che, quest'anno, sarà calibrata sull'emergenza Coronavirus. Verranno disposti ulteriori posti di blocco. Non solo sulle strade consolari ma anche sulle autostrade. «Qualcosa che non avveniva dagli anni 80 e dal rapimento di Aldo Moro - viene spiegato - ma la situazione lo richiede». Sono controlli che durano in media sulle due ore e poi le pattuglie si spostano altrove, anche per evitare che chi viola le regole si passi la parola. I blocchi in questo periodo si sono conclusi con parecchie sanzioni, perché sono troppi a non rassegnarsi.
Si tratta di un'operazione non facile perché le macchine vengono tutte fatte entrare nelle aree di servizio e controllate una per una. Poi si devono fare i riscontri per verificare se ci siano denunce pregresse o se qualcuno dei fermati ha l'obbligo di rispettare la quarantena. Stessa cosa avverrà alle stazioni, dove la polizia ferroviaria sta monitorando il flusso dei passeggeri. Tante le scuse per tentare di prendere un treno. Sembra che tutti debbano fare delle visite mediche di controllo nel paese di origine. Le ultime disposizioni del Viminale arriveranno nei prossimi giorni: verranno disposti accertamenti più massicci sulle strade in uscita dalle grandi città, perché il mezzo più difficile da intercettare resta comunque l'auto.
Cristiana Mangani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA Oltre un milione e mezzo di controlli in una settimana, ma questo non sembra aver bloccato i furbetti della fuga: 205 le persone denunciate per aver violato la quarantena, mentre sono stati quasi 50 mila i sanzionati per aver lasciato l'abitazione senza giustificazione. La battaglia contro il Coronavirus si fa sempre più in salita: il bel tempo, le prossime feste di Pasqua, i weekend lunghi e la convinzione che sta andando meglio con la curva dei contagi, ha portato di nuovo le persone per strada.
LE MISURE
Il Viminale cerca di correre ai ripari, effettuando pattugliamenti e posti di blocco, ma il senso di responsabilità resta il migliore deterrente contro la diffusione del Covid-19. Lo stanno ripetendo a chiare lettere da ogni parte: «Se non si resta a casa, si vanifica quanto fatto finora». «Bisogna evitare di cominciare a pensare che stiamo vincendo, e astenersi dal pensare che sia arrivato il momento di tornare alla normalità», ha insistito il commissario straordinario Domenico Arcuri, durante la conferenza stampa per fare il punto sull'emergenza.
Non c'è ottimismo tra gli addetti ai lavori, perché i dati dei decessi e dei contagi non consentono di cantare vittoria. E allora il contrasto continuerà a essere su due fronti: con controlli massicci e con la spinta a resistere. Anche perché pensare di tornare rapidamente alla normalità, alla cosiddetta fase 2, imporrà rigide distanze interpersonali: «Che è l'unico modo per evitare il contagio», ha sottolineato il ministro Roberto Speranza. E il viceministro Pier Paolo Sileri ha aggiunto: «Bisognerà abituarsi all'idea che si dovrà convivere con il virus e con il distanziamento sociale fino al vaccino. Dovremo investire in educazione, abituarci all'uso delle mascherine. Ne serviranno a milioni. Finché non sarà disponibile un vaccino, è ipotizzabile il verificarsi di nuovi focolai, ma sicuramente saranno più controllabili».
Lo stesso messaggio è quello che arriva dal governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, che ieri si è recato in visita all'Inmi, l'Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani. «Le iniziative di contenimento stanno funzionando - ha dichiarato - ma serve assoluto rigore nel rispetto delle regole. Non abbassiamo la guardia in alcun modo. Faccio un appello per continuare a resistere».
Già dai primi giorni della prossima settimana il Dipartimento di pubblica sicurezza emetterà una circolare per Pasqua che, quest'anno, sarà calibrata sull'emergenza Coronavirus. Verranno disposti ulteriori posti di blocco. Non solo sulle strade consolari ma anche sulle autostrade. «Qualcosa che non avveniva dagli anni 80 e dal rapimento di Aldo Moro - viene spiegato - ma la situazione lo richiede». Sono controlli che durano in media sulle due ore e poi le pattuglie si spostano altrove, anche per evitare che chi viola le regole si passi la parola. I blocchi in questo periodo si sono conclusi con parecchie sanzioni, perché sono troppi a non rassegnarsi.
Si tratta di un'operazione non facile perché le macchine vengono tutte fatte entrare nelle aree di servizio e controllate una per una. Poi si devono fare i riscontri per verificare se ci siano denunce pregresse o se qualcuno dei fermati ha l'obbligo di rispettare la quarantena. Stessa cosa avverrà alle stazioni, dove la polizia ferroviaria sta monitorando il flusso dei passeggeri. Tante le scuse per tentare di prendere un treno. Sembra che tutti debbano fare delle visite mediche di controllo nel paese di origine. Le ultime disposizioni del Viminale arriveranno nei prossimi giorni: verranno disposti accertamenti più massicci sulle strade in uscita dalle grandi città, perché il mezzo più difficile da intercettare resta comunque l'auto.
Cristiana Mangani
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