IL CASO
ROMA «Chi limita la nostra libertà è il virus, non le

Giovedì 29 Luglio 2021
IL CASO
ROMA «Chi limita la nostra libertà è il virus, non le regole per sconfiggerlo». Il consueto saluto della stampa parlamentare con il presidente della Repubblica prima della pausa estiva, diventa l'occasione che Sergio Mattarella coglie per mandare un messaggio ai No vax e ai partiti che li sostengono legittimando in questo modo le assurde teorie negazioniste o cospirative che impazzano nelle piazze e sui social.
LA LIBERTÀ
«Il vaccino - spiega Mattarella - non ci rende invulnerabili, ma riduce grandemente la possibilità di contrarre il virus, la sua circolazione e la sua pericolosità. Per queste ragioni la vaccinazione è un dovere morale e civico». Il Capo dello Stato ricorda i sacrifici e le limitazioni che abbiamo dovuto sopportare nei mesi in cui la pandemia sembrava ingovernabile e ricorda che «senza attenzione e senso di responsabilità rischiamo una nuova paralisi della vita sociale ed economica; nuove, diffuse chiusure; ulteriori, pesanti conseguenze per le famiglie e per le imprese». I vaccini sono l'unica strada per recuperare la libertà e permettere che riprenda soprattutto la scuola che Mattarella indica come volano della ripresa ricordando, seppur indirettamente, cosa ha causato un anno di didattica a distanza. «Ne abbiamo registrato danni culturali e umani, sofferenze psicologiche diffuse che - per Mattarella - impongono di reagire con prontezza e con determinazione». Quindi, «occorre tornare a una vita scolastica ordinata e colmare le lacune che si sono formate. Il regolare andamento del prossimo anno scolastico deve essere un'assoluta priorità».
Non è l'unico passaggio del discorso - fatto durante la cerimonia del Ventaglio - in cui si coglie il sostegno alla linea del governo di Mario Draghi che sta spingendo al massimo sulla campagna vaccinale e non esclude l'introduzione dell'obbligatorietà del vaccino per alcune categorie di dipendenti pubblici. «Gli insegnanti, le famiglie, tutti devono avvertire questa responsabilità, questo dovere, e corrispondervi con i loro comportamenti» e anche se la legge non obbliga, si può dire - prosegue il Presidente - «in casa mia il vaccino non entra. Ma questo non si può dire per ambienti comuni, non si può dire per gli spazi condivisi, dove le altre persone hanno il diritto che nessuno vi porti un alto pericolo di contagio; perché preferiscono dire: in casa mia non entra il virus».
Nella campagna di persuasione pro-vaccino Mattarella si ritaglia un ruolo importante svolgendo un ragionamento tanto semplice quanto incontestabili e che trasforma il vaccino in dovere nei confronti degli altri e non solo in un diritto. «La campagna di vaccinazione e la scelta di mettere in campo ingenti sostegni pubblici per contenere le conseguenze delle chiusure e dei distanziamenti a livello economico, produttivo, occupazionale. Due strade che hanno consentito speranza e fiducia», quelle ricordate da Mattarella, che coincidono con i due principali obiettivi di Mario Draghi. «La vaccinazione e gli interventi di rilancio economico continuano a essere gli indispensabili strumenti per assicurare sicurezza e serenità».
Anche perchè la pandemia «non è ancora alle nostre spalle» e ciò dovrebbe obbligare le forze politiche ancora alla collaborazione «in uno spirito di sostanziale unità repubblica». «Conto - sottolinea Mattarella - che non si smarrisca la consapevolezza della emergenza che tuttora l'Italia sta attraversando, dei gravi pericoli sui versanti sanitario, economico e sociale». Il tempo delle campagne elettorali, delle risse e delle divisioni, non è quindi ancora arrivato e quindi il Capo dello Stato si augura che «non si rivolga attenzione prevalente a questioni non altrettanto pressanti». Inoltre bene ascoltare e mediare sulle riforme da fare «ma poi bisogna essere in grado di assumere decisioni chiare ed efficaci, rispettando gli impegni assunti». Dalla crisi pandemica non siamo fuori né sotto il profilo sanitario e tantomeno sotto l'aspetto economico. «Abbiamo iniziato un cammino per uscire dalla crisi, ma siamo soltanto all'inizio - sottolinea il Presidente della Repubblica - ci siamo dati obiettivi ambiziosi e impegnativi, di medio e lungo periodo. Perseguirli con serietà e responsabilità significa anzitutto guardare con il necessario realismo all'orizzonte che abbiamo davanti».
Gli ultimi sei mesi del Settennato inizieranno tra qualche giorno e Mattarella - prima di ringraziare la giovane Virginia Lorenzetti, studentessa dell'Accademia delle Belle Arti, che ha disegnato il ventaglio consegnato al Capo dello Stato da Marco Di Fonzo presidente dell'Associazione Stampa Parlamentare - è tornato ancora una volta sul «ruolo centrale» dell'attività giornalistica e dell'esigenza di fornire alla categoria «garanzie eguali alle categorie di lavoratori, a partire dall'ambito previdenziale».
Marco Conti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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