IL CASO
PADOVA Gli operatori del Dipartimento di prevenzione setacciano le liste

Mercoledì 3 Marzo 2021
IL CASO
PADOVA Gli operatori del Dipartimento di prevenzione setacciano le liste a caccia dei presunti truffatori, intanto i tecnici informatici blindano il sistema per evitare nuovi raggiri. È la risposta dell'Ulss Euganea di Padova di fronte al caso delle prenotazioni doppie per i vaccini eseguite con lo stesso codice fiscale da parte di insegnanti, bidelli e altri dipendenti delle scuole. Ieri mattina la Regione ha chiesto all'Ulss un'accurata relazione, mentre l'azienda sanitaria ha avviato un'indagine interna per capire se ci sono gli estremi per portare la vicenda in Procura. La campagna vaccinale per il personale scolastico riprenderà sabato mattina alla Fiera di Padova, ma intanto ieri la piattaforma digitale risultava ancora bloccata. «Al momento i posti sono esauriti e stiamo lavorando per aprire altre sedute vaccinali» si legge nella prima schermata. Sullo sfondo, però, c'è in realtà «una brutta storia, un fatto grave», come ha dichiarato ieri l'assessore regionale Manuela Lanzarin.
IL MECCANISMO
Il problema è emerso lunedì quando l'Ulss ha scoperto che in decine di casi (pare addirittura una cinquantina) lo stesso codice fiscale sia stato utilizzato per eseguire una doppia prenotazione: quella regolare e poi un'altra illegittima per un familiare o per un amico, in barba alla lista delle priorità e a chi dovrà aspettare per mesi il proprio turno. Una scorciatoia possibile solo per il personale scolastico, chiamato a registrarsi attraverso la piattaforma Zerocoda. Lo stesso rischio non si pone per la campagna vaccinale degli anziani, convocati direttamente con una lettera.
«Il principio che ci guida è chiaro: a un codice fiscale equivale un vaccino» premette il nuovo dg dell'Ulss padovana, Paolo Fortuna, che poi sceglie toni prudenti: «Stiamo facendo verifiche su quel che è successo. Ora non mi sento di parlare di furbetti del vaccino, ma c'è necessità di verificare il percorso delle registrazioni vaccinali. Per eventuali segnalazioni alla magistratura attendiamo di completare le verifiche, poi se servirà prenderemo provvedimenti». Ivana Simoncello, direttrice del Dipartimento di Prevenzione, aggiunge che «abbiamo fatto delle verifiche perché non capivamo come i posti potessero essere stati esauriti in poco tempo. Così è stato scoperto il problema. Non è possibile quantificare adesso il numero esatto di casi, vengono fuori mano a mano che si fanno verifiche». Resta in ogni caso un nodo informatico: la piattaforma consentiva di utilizzare lo stesso codice per più prenotazioni. «I nostri tecnici stanno lavorando per potenziare i filtri d'accesso» assicura la dottoressa Simoncello.
LA RICHIESTA
«Abbiamo chiesto una verifica e una relazione - spiega l'assessore regionale Lanzarin - Non abbiamo elementi per dire che la questione sia diffusa anche in altre province venete, di sicuro è un fatto grave ed è opportuna una verifica complessiva. Aspettiamo di avere tutta la certezza su quel che è successo, poi valuteremo quali saranno le azioni da prendere. La vaccinazione è una questione delicata e sappiamo che ci sono persone in attesa, eventuali furbetti non devono trovare spazio in una questione che riguarda l'intera popolazione. Abbiamo un piano e cerchiamo di rispettarlo».
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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