IL CASO
MOGLIANO VENETO Un camino. E una frase inequivocabile. Tornatene a casetta.

Sabato 9 Novembre 2019
IL CASO
MOGLIANO VENETO Un camino. E una frase inequivocabile. Tornatene a casetta. All'antisemita della porta accanto, un 78enne residente a Mogliano, questa volta però, è andata male. Perché il commento ad un articolo apparso su FanPage gli è costato un esposto alla Procura di Venezia da parte dell'avvocato Cathy La Torre, ex consigliera comunale di Bologna e fondatrice della campagna Odiare ti costa. «Ho fatto esposto in Procura - ha confermato La Torre al telefono alla redazione di FanPage e poi sulla pagina social - per il reato di propaganda di idee fondate sulla superiorità razziale e sull'odio etnico, previsto dalla legge Reale-Mancino». M.S., queste le iniziali dell'uomo, che risulta avere due profili Facebook (uno come residente a Mogliano ed uno a Montebelluna) ha infatti postato due giorni fa il commento razzista ad un articolo di FanPage in cui si raccontava la notizia della senatrice a vita costretta a vivere sotto scorta a causa delle minacce e degli insulti a sfondo ricevuti.
LE REAZIONI
Sul web si è scatenato il finimondo: sia su FanPage, sia sulle pagine social della cittadina in provincia di Treviso. L'ex vicesindaco Daniele Ceschin ha subito dato notizia della cosa, censurando come «inqualificabile» il commento dell'uomo. Ma c'è anche chi difende all'apparenza l'autore liquidando la frase come una boutade o un fake. «Quel commento non è parificabile ad uno sfogo - conferma però Cathy La Torre alla redazione di FanPage - la pubblicazione della foto di un caminetto e l'invito a Liliana Segre a stare a casetta non sono un gioco». Liliana Segre, docente milanese novantenne di origine ebraica, testimone dell'Olocausto divenuta senatrice a vita durante la presidenza di Sergio Mattarella, negli ultimi mesi è stata fatta oggetto di una recrudescenza di odio a sfondo antisemita tale per cui lo Stato ha deciso di assegnarle la scorta. E proprio a commento di questa notizia è apparso il post del cittadino di Mogliano.
IL LEGALE
«Faremo tutto quanto in nostro potere perché la Giustizia italiana non lasci correre questo orrore- scrive sulla sua pagina Cathy La Torre rivolgendosi all'uomo che ha fatto il commento - E si dimostri implacabile, giusta, dalla parte delle vittime e dello Stato. Vorrei però nel frattempo chiederti perché. Perché invitare una donna ebrea di 90 anni a tornare a casa allegando la foto di un camino; ricordare a un'ex bambina che a 13 anni, innocente come lo sei stato tu, per quel camino non ci è passata, come altri milioni di persone, solo per caso e perché ha saputo resistere e sopravvivere alla fame, al freddo, alle umiliazioni, allo sfruttamento più estremo?». Attivista dei diritti Lgbt, presidente di Pensare Sociale, Cathy La Torre ha deciso di procedere legalmente. «Quello che quest'uomo ha fatto non è stato esprimere un proprio pensiero, ma commettere un reato, gravissimo. Per cui sono previste pene gravi, soprattutto se il suo odio razzista è veicolato in luoghi accessibili a molti».
LA SOLIDARIETÀ
Intanto si susseguono i messaggi di solidarietà nei confronti di Liliana Segre. Ieri pomeriggio si è svolto l'incontro a Milano tra la senatrice a vita e Matteo Salvini. Il leader della Lega ha incontrato la testimone della Shoah assieme alla figlia. Anche il capo dello Stato Sergio Mattarella ha voluto esprimere di nuovo la propria vicinanza nei confronti delle manifestazioni di odio di cui Liliana Segre è fatta oggetto continuo. «La contrapposizione tra solidarietà e intolleranza non è un'alternativa retorica. Quando una bimba di colore non viene fatta sedere sull'autobus o quando una donna come Liliana Segre ha bisogno di scorta, si capisce che questi non sono interrogativi astratti o retorici».
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci