IL CASO
MIRA (VENEZIA) La loro sfortuna, oltre che trovare vigili precisi al

Martedì 16 Giugno 2020
IL CASO
MIRA (VENEZIA) La loro sfortuna, oltre che trovare vigili precisi al millimetro, è stata quella di pagare subito. Avessero fatto ricorso, forse a quest'ora sarebbero aperti. Invece il supermercato Conad, nel centro commerciale Vittoria di via Mar Mediterraneo in centro a Mira (Venezia), è chiuso con sigilli per 5 giorni e riaprirà giovedì 18 giugno. Il personale dipendente, a quanto pare, avrebbe denunciato a marzo la carenza di mascherine e altri dispositivi di protezione. Il provvedimento di chiusura disposto dalla Prefettura di Venezia fa riferimento a un'ispezione della polizia municipale dello scorso 16 marzo, in piena pandemia, riguardante l'inosservanza delle misure anticovid, ovvero l'assenza di dispositivi di protezione, per il personale dipendente e la mancanza del rispetto della distanza di sicurezza tra cassiere e cliente.
Un provvedimento drastico, che se effettuato in piena emergenza coronavirus, a metà marzo, avrebbe sortito un certo effetto ma che, a distanza di 3 mesi dall'ispezione, ha invece suscitato molte perplessità e diverse proteste soprattutto da parte della clientela, che nei social si è mobiliata in favore della riapertura, e delle altre attività commerciali presenti nel centro.
AMAREZZA
«Comprendo l'amarezza di queste persone - commenta il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto - ma non essendoci stato alcun ricorso, mi è stato impossibile riesaminare il caso. Questa attività ha pagato subito la multa e tra le sanzioni accessorie c'era anche la chiusura. La Prefettura a quel punto poteva solo eseguire, una volta scaduti i tre mesi di sospensione dei termini. Se è vero quello che ho letto, cioè si parla di una distanza di 80 centimetri invece di un metro, forse c'è stato un eccesso di zelo da parte degli accertatori. Abbiamo fatto una quarantina di sospensioni attività in epoca Covid e nessuna aveva provocato reazioni».
Il fatto, come detto, risale al 16 marzo scorso quando a seguito di alcune segnalazioni telefoniche e per iscritto, al Comando della Polizia locale, anche da parte di persone che si qualificano come dipendenti del Conad di Mira, interviene una pattuglia di vigili per accertare il rispetto delle misure e l'uso delle protezioni adottate nell'esercizio del loro lavoro. Sono le prime settimane di lockdown, con l'obbligo di restare a casa, l'uso delle autocertificazioni e la sola apertura di attività commerciali ad uso alimentare. «Durante il lockdown spiega l'assessore alla sicurezza, Fabio Zaccarin - la Polizia locale è stata impegnata tutti i giorni, a tutto campo, nel controllo delle misure di sicurezza prescritte per il contenimento del contagio, come doveroso per la tutela della salute e dell'incolumità pubblica. Migliaia i controlli sulla veridicità delle autocertificazioni mentre i vigili hanno effettuato circa 500 controlli sugli esercizi commerciali, elevando tre verbali, di cui al supermercato Conad di Mira. Comprendo il rammarico per la vicenda, anche in relazione alla tempistica afferma l'assessore ma va ricordato che, secondo quanto riportato dal verbale del 16 marzo, sottoscritto anche dalla proprietà, veniva accertata l'assenza di Dpi, dispositivi di protezione individuale, in uso al personale dell'attività, oltre alla mancanza del rispetto della distanza di sicurezza, e la proprietà si impegnava ad adoperarsi per il rispetto della normativa».
La distanza tra cassiera e cliente, misurata dai vigili, sarebbe stata di 80 centimetri anziché del metro previsto. Alla luce di quel verbale e del successivo provvedimento del 27 maggio la prefettura, sabato scorso, ha eseguito la chiusa del supermercato per 5 giorni. La proprietà, che preferisce non rilasciare dichiarazioni, ha avvertito il personale con un sms sabato sera. «Non entro nel merito del caso specifico ma le tempistiche in Italia sono talvolta così purtroppo osserva Enrico Zarotti presidente della Confesercenti Riviera del Brenta. . In generale un provvedimento del genere adottato nell'immediatezza dell'accertamento ha un senso, a distanza di 60 giorni rischia solo di danneggiare ulteriormente un'attività commerciale in un periodo nel quale questo settore, e molti altri, sono veramente in grandi difficoltà».
SCONCERTO
La notizia ha suscitato sconcerto a Mira non solo tra i tanti clienti del Conad, ex Simply, ma anche da parte degli altri esercenti del centro la cui attività era direttamente collegata al supermercato. Tra i tanti commenti, anche dei social, c'è anche quello dell'ex assessore al Commercio di Mira Paolino D'Anna. «Da cliente del Condad di Mira sono perplesso e stupito afferma D'Anna. Avevo scelto quel supermercato in pieno lockdown proprio perché ritenevo più sicuri, rispetto ad altri, i presidi adottati dai proprietari della Conad. Ritengo eccessiva una misura del genere. Non metto in dubbio l'operato della polizia municipale ma a tre mesi di distanza era necessario assumere questo provvedimento? Soprattutto quando, come ho potuto verificare personalmente, a parte in quell'occasione, le misure di protezione e le distanze sono state sempre adottate. Inoltre è impensabile, dopo 3 mesi, mettere in crisi un supermercato che fa lavorare 25 persone».
Ci hanno fatto lavorare in piena pandemia denuncia un lavoratore nel settore e li fanno chiudere ora 4 giorni quando uno si è sacrificato con la famiglia per aprire. Se non erano giuste le distanze poteva bastare una multa ma non chiudere l'attività».
Luisa Giantin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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