IL CASO
CASTELFRANCO VENETO (TREVISO) A Pavia gli adesivi col leader del Carroccio,

Giovedì 3 Maggio 2018
IL CASO
CASTELFRANCO VENETO (TREVISO) A Pavia gli adesivi col leader del Carroccio, Matteo Salvini, impiccato a testa in giù. A Macerata una pentolaccia con un fantoccio che riproduce la figura del Duce appeso a testa in giù e i bambini invitati a colpirlo a bastonate. E adesso Castelfranco Veneto, dove una libreria ha esibito un libro su Mussolini appeso rovescio.
IL FATTO
La vetrina in questione è quella della libreria Ubik, allestita con il volume su Mussolini di Renzo De Felice appeso all'ingiù in occasione della festa della Liberazione. Un'immagine che ha sollevato una bufera, al punto che è intervenuta anche l'assessore regionale all'Istruzione Elena Donazzan (Forza Italia): «Pochi esercizi commerciali come le librerie sono, o dovrebbero essere, luoghi simbolo di confronto civile, diffusione della conoscenza e rispetto delle idee altrui. Il tema delle persone appese (o da appendere) per i piedi è molto caro alla titolare della libreria, lo dimostrano la pubblicazione di fotografie di persone capovolte e la condivisione di frasi come così ci piacciono». Ma la libraia, Clara Abatangelo, replica: «Capovolgere un libro o fotografie di persone violente è un modo per far riflettere, in questo caso sugli errori del fascismo, che si combatte con i libri appesi, invitando tutti a leggere e conoscere la storia, per andare avanti». Donazzan la storia la ricorda bene: «È incredibile che appaia, nella vetrina di una libreria, un compiaciuto richiamo a un episodio che disgustò gli stessi vertici della Resistenza e in cui si diede sfogo ai più bassi istinti animaleschi contro dei cadaveri, compreso quello di una donna, ma si sa che il tema della violenza di genere in questi casi è irrilevante». Abatangelo chiarisce: «Il mio era un messaggio contro la violenza. Il lavoro di una libreria è proprio questo, aprire al confronto, rispettare l'altrui libertà di pensiero. E invece su Facebook mi sono trovata davanti a centinaia di commenti con la benzina sul fuoco. Un libro appeso al contrario non è poi così diverso da un fascista con i piedi per terra».
I PRECEDENTI
L'assessore ricorda un altro episodio: quattro anni fa, commentando il rientro in Italia del fuciliere di Marina Massimiliano Latorre colpito da un'ischemia, Abatangelo scrisse su Facebook che aveva «giocato al tiro al piattello». Abatangelo ribadisce: «Sono pacifista, per me gli eroi sono i medici che assistono le persone colpite dalle mine antiuomo». Donazzan rincara: «Lo stile della titolare della libreria, che non trascura di sottolineare la sua appartenenza all'area anarchica, si conferma nelle sue battute sulle foibe. In occasione del 10 febbraio, Giornata del Ricordo delle vittime di quella tragedia, ha pubblicato su Facebook la velina di un cioccolatino con la scritta E le foibe? e il commento Buon San Ricordino». L'obiettivo di Abatangelo era sempre far riflettere «sulla ricostruzione dell'evento, che andrebbe approfondita». Ma Donazzan lancia un monito: «Quella vetrina fa il paio con la sceneggiata avvenuta a Macerata. E quel che è più grave è che queste iniziative trovano poi terreno fertile nell'attuale politica».
M.C.P.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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