IL CASO
BELLUNO Un nuovo monitoraggio e, dopo il responso degli esperti, si potrà

Sabato 24 Aprile 2021
IL CASO BELLUNO Un nuovo monitoraggio e, dopo il responso degli esperti, si potrà
IL CASO
BELLUNO Un nuovo monitoraggio e, dopo il responso degli esperti, si potrà capire il destino della chiesa di San Martino Vescovo di Valle di Cadore, la pieve in bilico sul burrone. Non si nasconde che «il caso è grave», come ha detto l'ingegner Siro Andrich incaricato di redigere la perizia statica, ma tutti i soggetti chiamati al capezzale della parrocchiale daranno il massimo con l'obiettivo di salvare l'edificio sacro. E ci sono anche le risorse. Fermo restando che, fino a quando non si saprà chiaramente come agire, non è possibile nemmeno ipotizzare la spesa, che nel caso sarebbe di milioni di euro, l'assessore regionale Gianpaolo Bottacin ha assicurato che San Martino è già inserito nei finanziamenti del terzo piano di interventi post Vaia. Il perché è presto detto: anche la rocca dove svetta la chiesa simbolo del Cadore è stata duramente colpita dalla tempesta che ha devastato i boschi della montagna bellunese.
LA PROCEDURA
I presupposti per fare presto e bene ci sono, la ditta incaricata dalla Soprintendenza ha 60 giorni di tempo dall'incarico, affidato in somma urgenza il 18 aprile, per completare il sistema di monitoraggio, e, per dirla con il vescovo di Belluno Renato Marangoni, il coordinamento di questi mesi è stato fondamentale e quindi avanti con questa modalità. È in corso anche la messa in sicurezza delle preziose suppellettili interne, tele e sculture ma anche arredi e paramenti sacri. Spiega il vescovo: «In queste ore si sta procedendo con l'elenco dei beni che sono in San Martino e che saranno custoditi negli spazi che il comune ha messo a disposizione». Serviva un luogo presidiato dove conservarli in attesa dei lavori e dell'auspicabile ritorno nella sede deputata; ci sarebbe stata la canonica ma la Soprintendenza l'ha bocciata. Fra le opere da mettere al sicuro anche la pala di Francesco da Milano che, bisognosa di restauro, sarà portata al museo Diocesano. Di questa delicata operazione si sta occupando un team di esperti, personale competente come la storica dell'arte Letizia Lonzi, che seguirà passo passo tutta l'operazione.
Le indagini sul sottosuolo sono affidate al professor Roberto Francese, dell'Università di Parma e dell'Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale di Trieste, che spiega: «Il nostro studio mira a comprendere che andamento ha il substrato roccioso di profondità. L'unica salvezza è ancorare tramite un sistema di pali tiranti per mantenere la chiesa dov'è oggi. Ma bisogna capire se il substrato roccioso è compatto e quindi sarà possibile l'ancoraggio oppure se è fratturato, costituito da rocce che non offrano la giusta garanzia».
LE TECNICHE
In estrema sintesi si tratta di capire dove c'è roccia, quanto è profonda e in che condizioni si trova. Saranno utilizzate tecniche di ultimissima generazione già sperimentate su altre frane. Questo studio non si limiterà al sottosuolo della chiesa, «visto che siamo sul campo assicura Francese si pensava di estendere le indagini anche al lato nord orientale dove sono presenti delle discontinuità sul terreno». In quell'area che sta dietro all'abside e al campanile ci sono delle abitazioni, la Provincia è già impegnata con i rilievi affidati al geologo storico della rocca di San Martino: Mario Cabriel tranquillizza, secondo lui non ci dovrebbero essere problemi immediati. L'assessore Bottacin aggiunge: «Qualora gli esiti delle verifiche dovessero essere negativi, cioè una conformazione geologica sotto la chiesa molto compromessa da non garantire sicurezza, potrebbe non essere possibile un intervento risolutivo». Di fatto la storia di quel sito e della chiesa è da sempre segnata da problemi geologici. Ma non per questo non si farà il possibile, assicura Bottacin: «Noi abbiamo come obiettivo di mitigare al massimo il rischio, la Regione ha già previsto un budget di intervento». Il sindaco di Valle Marianna Hofer, pur preoccupata, cita Nelson Mandela per sintetizzare azioni e propositi: «Sembra sempre impossibile, finché non viene realizzato».
Giuditta Bolzonello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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