Il caos procure

Lunedì 17 Giugno 2019
IL CASO
ROMA Dopo i giorni dello scandalo all'Anm arriva il giorno del giudizio e del cambio di rotta. Il numero uno dell'Associazione nazionale dei magistrati, Pasquale Grasso, si dimette e il parlamentino del sindacato delle toghe vota al suo posto il pm milanese (nato a San Vito al Tagliamento, in Friuli) Luca Poniz, di Area, la corrente progressista. Il primo impegno è già stato preso: ristabilire la fiducia dopo la bufera del mercato delle toghe scoperchiata dall'inchiesta di Perugia sul pm Luca Palamara, che ha travolto Palazzo dei Marescialli portando a galla gli accordi tra magistratura e deputati per gestire il risiko delle nomine ai vertici delle procure. Uno scandalo che lo stesso Poniz, definisce «la notte della magistratura». In cima al programma c'è un punto fermo: mettere un freno alle «porte girevoli» con la politica. «C'è una gigantesca questione morale da affrontare. Dobbiamo ripensare alla degenerazione del correntismo e del carrierismo», ha aggiunto Poniz. Nel pomeriggio, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha chiamato il presidente uscente ringraziandolo per «la collaborazione virtuosa» che si era instaurata. Poi, ha telefonato neoeletto condividendo con lui l'importanza di incontrarsi presto.
FUORI MI
In poche ore è iniziato il nuovo corso dell'Anm. Giuliano Caputo, di Unicost, è stato confermato segretario. È entrata in giunta Autonomia e indipendenza, con Cesare Bonamartini come vicesegretario, mentre Alessandra Salvadori (Unicost) sarà vicepresidente. Esce di scena Magistratura Indipendente, la corrente conservatrice, della quale faceva parte l'ex presidente Grasso - si è dimesso da Mi nei giorni scorsi - e alla quale appartengono tre dei consiglieri del Csm (Corrado Cartoni, Luigi Lepre, e Pasquale Criscuoli) finiti carte dell'inchiesta di Perugia. E proprio nei loro confronti Mi è accusata di avere tenuto una linea troppo morbida, rifiutandosi di chiederne le dimissioni immediate. Un atteggiamento diverso rispetto a quello della corrente centrista Unicost, che ha subito preso le distanze e chiesto le dimissioni dei due iscritti Palamara e Luigi Lepre, consigliere del Csm indagato per favoreggiamento.
IL SEGRETARIO
Ma nel domino dello scandalo cade un'altra pedina. A dare le dimissioni è anche il segretario di Magistratura Indipendente, Angelantonio Racanelli, procuratore aggiunto a Roma, anche lui tirato in ballo in alcune conversazioni captate dalla Finanza grazie al trojan inoculato nel cellulare di Palamara. Dalle intercettazioni sembra emergere che Racanelli fosse a conoscenza del piano di Palamara per screditare l'aggiunto Paolo Ielo e portare a capo della Procura capitolina Marcello Viola. Circostanza che l'ex segretario di Mi smentisce con forza.
ADDIO POLEMICO
L'avvicendamento all'Anm non è stato privo di polemiche. Annunciando le dimissioni, dopo avere rivendicato la correttezza del suo operato, Grasso ha parlato di «manuale Cencelli» nella scelta della nuova giunta, riferendosi ai nuovi assetti di vertice e, tra le righe, all'esclusione di Mi. E ha aggiunto: «Vi rispetto molto più di quanto abbiate dimostrato di rispettare me». Poco dopo è arrivata la replica di Poniz: «Non è un regolamento di conti, ma una riflessione politica e credo ci vogliano i tempi perché questa maturi, se e quando maturerà tutta la giunta sarà felice di ridisegnarsi».
Mic. All.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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