IL BOLLETTINO
VENEZIA Dopo tre settimane di arancione, il Veneto si aspetta di

Venerdì 29 Gennaio 2021
IL BOLLETTINO VENEZIA Dopo tre settimane di arancione, il Veneto si aspetta di
IL BOLLETTINO
VENEZIA Dopo tre settimane di arancione, il Veneto si aspetta di essere promosso in giallo. Oggi è atteso il verdetto del Comitato tecnico scientifico nazionale e dell'Istituto superiore di sanità, ma i numeri fanno ben sperare: da quanto si apprende dalla capitale, dove è stata preparata una bozza del monitoraggio in vista del verdetto, in Veneto il tasso di occupazione delle terapie intensive si aggirerebbe sul 26%, ben al di sotto della soglia del 30%. Anche il tasso di occupazione nell'area medica è basso: 29% quando il limite di allarme è 40%. L'incidenza dei contagi è 156 ogni 100mila abitanti e l'indice di trasmissione Rt sarebbe sceso a 0.68, oltre al fatto che i focolai risultano in diminuzione. Ieri sera il bollettino diffuso dalla Regione dava nelle ultime ventiquattr'ore 763 nuovi casi positivi, 50 decessi, 98 posti liberati in ospedale nelle aree non critiche e altri 9 in terapia intensiva, dove ora i ricoverati sono 279, sotto la soglia critica dei 300.
LA POLEMICA
Ma com'è la curva dei contagi e dei ricoveri in Veneto è improvvisamente crollata? È dipeso dalla chiusura delle scuole superiori? Dalle restrizioni della zona arancione? Di fronte alla domanda in conferenza stampa, ieri a Marghera, il governatore Luca Zaia è sbottato: «Ma perché invece di chiederlo a noi non lo chiedete a tutti quei fenomeni che a dicembre e a gennaio chiedevano il lockdown per il Veneto? Tre sottosegretari di questo ex Governo - ha detto riferendosi ai dem Pier Paolo Baretta, Andrea Martella, Achille Variati - hanno dichiarato che era tutta sbagliata la politica sanitaria della Regione, addirittura accampando l'idea che la scelta del colore delle aree non fosse dell'Istituto superiore di sanità (Iss), ma della Regione. Addirittura illustri esponenti di quell'area politica a inizio gennaio hanno detto che il Veneto doveva andare in lockdown altrimenti sarebbe stato un disastro. Ebbene, l'Iss non ci ha dato il lockdown, non ci ha dato la zona rossa e i nostri dati sono precipitati». E ancora: «Stiamo parlando del Covid, che è un virus, non stiamo parlando di un mocio per tirare su l'acqua che è caduta. Nessuno ha la verità in mano e quelli che la vendono sono tutte persone che non rischiano nulla a parlare a vanvera. Perché se parlo io o l'assessore, il giorno dopo la Procura può chiedermi spiegazioni, noi parliamo per atti».
I CONTROLLI
In attesa della nuova colorazione, il Veneto ha confermato l'apertura delle scuole superiori da lunedì 1° febbraio, annunciando controlli a campione sui alcuni distretti scolastici. «È innegabile, secondo tutta la letteratura scientifica internazionale, la correlazione tra riapertura scuole e aumento dei contagi - ha detto il governatore - per questo attiveremo un monitoraggio costante, con i tamponi a campione nei vari distretti scolastici. Non dimenticandoci che in Veneto abbiamo avuto 4.400 plessi scolastici con almeno un caso di coronavirus e 60mila studenti infettati, scesi ad oggi a 10mila».
OSPEDALI
E il direttore generale della Sanità veneta, Luciano Flor, ha confermato che da lunedì gli ospedali ricominceranno a effettuare le visite specialistiche. Una riapertura che resterà però abbinata alla massima cautela, significa che resteranno i varchi e i controlli agli ingressi degli ospedali. E, sempre «con cautela», si sta valutando la ripresa dell'attività chirurgica essendo venuta meno la pressione sulle terapie intensive: «Su 670 posti letto disponibili oggi abbiamo 539 pazienti Covid e non Covid». Per quanto riguarda le prestazioni ambulatoriali, solo chi ha avuto l'appuntamento annullato (e non sospeso) dovrà chiamare il Cup per avere un nuovo appuntamento.
Al.Va.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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