I RISULTATI
ROMA Lega sfonda eed è il primo partito italiano, con un risultato

Lunedì 27 Maggio 2019
I RISULTATI
ROMA Lega sfonda eed è il primo partito italiano, con un risultato che sfiora il 33 per cento; ma alle spalle di Salvini avviene il ribaltone: il Pd sorpassa il M5s, 22.2 per i Dem e 18.9 per i cinquestelle che crollano sotto il 20%. A Nordest la Lega arriva al 38,2%,ma al Nordovest va ancora meglio raggiungendo il 39,8%. Il Pd al 23,7 e il M5s si ferma all'11,5%.
Le proiezioni del voto italiano per l'Europarlamento formalizzano l'atteso avvicendamento tra le due forze al governo come partito di maggioranza relativa. Sul crinale del 10 per cento si muove Forza Italia (le proiezioni dell1.30 la danno al 9.1) mentre Fratelli d'Italia sfiora il 6% e +Europa non ce la fa ad abbattere la soglia del 4, con gli exit poll che gli assegnano il 3.0%. Risultati accreditati all'1,7% per la Sinistra e 2.3 per Europa verde, mentre al Partito comunista andrebbe una percentuale dello 0.7%. Appaiati nelle previsioni, con una forchetta compresa tra lo 0,2 e lo 0,6 per cento, anche gli altoatesini della Svp e il Popolo della famiglia-Alternativa popolare, mentre le altre liste presentatisi alle urne si dividono il restante 0,3 per cento.
GLI SCOSTAMENTI
Se i risultati finali dei vari partiti venissero confermati, il M5S avrebbe perso oltre quattro milioni di voti rispetto a quanto ottenuto alle Politiche del 4 marzo dello scorso anno, mentre il partito di Matteo Salvini avrebbe ottenuto circa tre milioni di voti in più del 2018. In crescita anche il Pd, che in 14 mesi avrebbe aumentato il proprio serbatoio elettorale di almeno mezzo milione di preferenze, mentre Forza Italia lascerebbe sul terreno oltre un milione di voti, sempre rispetto al dato della Camera di un anno fa.
LE REAZIONI
«Importa relativamente se saremo al 30 o 31 per cento - esulta il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari - Un anno fa eravamo al 17 per cento. È un risultato storico ed è storico che per la prima volta la Lega diventi primo partito in Italia». Per il vicesegretario dem Andrea Orlando «il Partito democratico c'è, è in campo, è la forza sulla quale costruire l'alternativa». Attendista, invece, la posizione del Movimento 5 stelle, con i primi commenti attesi soltanto nella notte, a dati elettorali certi.
ALLE URNE
In Italia non c'è stato il boom dell'affluenza registrato nel resto d'Europa, tuttavia gli italiani che si sono recati alle urne sono stati tanti, almeno fino al tardo pomeriggio, con una flessione in serata Ha votato quasi il 56% degli aventi diritto, quando nel 2014 l'affluenza fu del 58,6%.
S'è votato molto di più in Trentino Alto Adige, oltre il 10 per cento in più. In aumento anche l'Emilia Romagna e l'Umbria. Leggero calo di affluenza, invece, in Sicilia, con oltre un punto in meno rispetto a cinque anni fa. Affluenza sostenuta anche nei circa 3.800 centri chiamati a eleggere i sindaci e rinnovare i consigli comunali:alle 19, nelle realtà interessate al voto amministrativo ha votato il 55,13 per cento degli aventi diritto.
I LEADER
Dopo le polemiche della vigilia sulla violazione del silenzio elettorale i diversi leader in lizza, anche a urne aperte, hanno sparato gli ultimi colpi di questa lunga campagna elettorale. Il vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, arrivando al suo seggio milanese, a chi gli chiedeva che giornata sarebbe stata, ha risposto: «Bella, molto bella, c'è cambiamento, si sente nell'aria». La certezza, ha aggiunto, «è che da domani tutti la smettano di attaccare, insultare, criticare e si lavori rispettando il lavoro degli altri». Quindi, lasciando la scuola, ha ribadito il messaggio centrale della sua campagna: «Io ho votato per salvare l'Europa, perché chi ha governato in Europa in questi anni ha tradito l'Europa dei De Gaulle, delle Thatcher, l'ha svenduta alle banche».
AI SEGGI
Il presidente di Forza Italia, silente fuori dai seggi, non ha parlato con i cronisti. Ma poco dopo, s'è fatto sentire su Facebook, ribadendo che a suo giudizio «scegliere uno dei partiti di governo significa protrarre l'agonia del Paese, indebolito e sempre più in crisi, a causa della loro incapacità amministrativa e delle continue liti».
L'unico voto utile, ha sintetizzato l'ex premier, «è il voto a Forza Italia». In silenzio il capo politico dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, lasciando il seggio della sua città, Pomigliano d'Arco: «Oggi nessuna dichiarazione, c'è il silenzio elettorale - ha detto il vicepremier - Un in bocca al lupo a tutti». Ironico, invece, l'intervento di Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d'Italia, di prima mattina, ha detto la sua, postando su Twitter una breve clip, davanti a una cassa di meloni: «Siamo in silenzio elettorale e non si può dire per chi votare, ma...», volgendo lo sguardo proprio sulla frutta.
Fabio Rossi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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