I PERSONAGGI
ROMA Il quadro clinico resta serio per quattro dei cinque militari

Martedì 12 Novembre 2019
I PERSONAGGI
ROMA Il quadro clinico resta serio per quattro dei cinque militari feriti, anche se - il bollettino ufficiale dello Stato maggiore della Difesa - ribadisce che non corrono pericolo di vita. Per due di loro è stato necessario intervenire nuovamente con un'operazione chirurgica, e un terzo incursore ha subito l'amputazione di una parte di arto. Torneranno in Italia quando le loro condizioni lo consentiranno, ma nel frattempo le famiglie sono molto provate e ogni giorno che passa aumenta la loro preoccupazione.
SOLIDARIETÀ
«I genitori di Paolo Piseddu sono tanto addolorati, attendono notizie. Da sempre vivevano con apprensione il lavoro del figlio, impegnato spesso in missioni rischiose». Don Sergio Pisano, parroco di Orroli, piccolo paese nell'entroterra della Sardegna, dove il maresciallo è nato 46 anni fa, racconta le ore di angoscia dei parenti dei feriti. Piseddu non è un militare qualunque, di stanza a Siena dove vive con la moglie e due figli piccoli, già nel 2004 era in Afghanistan, e ha una lunga esperienza. Così come il sergente Emanuele Valenza, 38 anni, nato a Roma e residente a Beverino, il caporalmaggiore Marco Pisani, 40 anni, di Bagno A Ripoli, dove abita con la famiglia, il sergente Michele Tedesco, nato a Torino, 34 anni fa, e il sottotenente di vascello Andrea Quarto, il più giovane del gruppo, 30 anni, di Napoli, residente a Le Grazie, sposato, con un figlio, e ora abitante nella base del Varignano. Tre di loro fanno parte del reggimento d'assalto paracadutisti Col Moschin, di stanza a Livorno. Gli altri due del Comsubin, il gruppo di incursori della Marina.
Uomini dei reparti speciali, super addestrati, senza volto, la cui identità di regola viene tenuta segreta. Nei ranghi militari, infatti, c'è massimo riserbo. Bocche cucite al quartier generale del Comsubin, a Le Grazie, frazione di Porte Venere (La Spezia). La giornata è trascorsa come tutte le altre all'interno della storica base del Varignano, dove il raggruppamento subacquei e incursori Teseo Tesei è guidato dal contrammiraglio Massimiliano Rossi. Ma è facile pensare che tra i commilitoni ci sia apprensione e sgomento, per quanto accaduto. A loro porta la «vicinanza della comunità» il sindaco di Porto Venere, Matteo Cozzani: «Ci stringiamo in un abbraccio alle famiglie di questi ragazzi, molto giovani. Li aspettiamo presto a casa», ha detto.
«È motivo di orgoglio per l'intera Isola - ha scritto il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Michele Pais in un messaggio indirizzato ai familiari del sottufficiale sardo - l'alto valore della missione che Paolo Piseddu con coraggio, onore e sacrificio svolge al servizio della pace». Il parroco di Orroli parla ancora di quell'uomo coraggioso che, da anni vive a Siena. «Ha sempre voluto arruolarsi - aggiunge -. Dopo essere entrato nell'Esercito non è più tornato a vivere ad Orroli. Viene qui in vacanza per qualche giorno e per vedere i familiari. Ha studiato fuori e ha seguito con passione il suo lavoro, scegliendo una vita di grande sacrificio e rinuncia anche degli affetti familiari». Stesso clima mesto a Livorno, dove ha sede il Nono reggimento Col Moschin. Messaggi di vicinanza sono arrivati dal sindaco Luca Salvetti e dal governatore della Toscana Enrico Rossi.
LE CURE
Intanto, sono tornati in sala operatoria, in un ospedale militare da campo di Baghdad, due dei cinque feriti: le loro condizioni vengono definite «stabili», anche se tuttora gravi, specie per l'incursore che in seguito all'esplosione ha avuto un'importante emorragia interna. «Siamo pronti in qualsiasi momento: aspettiamo che le loro condizioni si stabilizzino per il rimpatrio», dicono alla Difesa. Un ritorno a casa che i familiari e i colleghi dei cinque incursori attendono con ansia.
C. Man.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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