I MERCATI
ROMA Un compromesso al rialzo nella proposta della Commissione Ue era

Giovedì 28 Maggio 2020
I MERCATI
ROMA Un compromesso al rialzo nella proposta della Commissione Ue era quello che le Borse speravano. L'esecutivo di Bruxelles ha dovuto trovare una sintesi tra la posizione franco-tedesca, con il via libera ad almeno 500 miliardi di contributi a fondo perduto, e quella dei cosiddetti Paesi frugali che chiedono invece un sostegno europeo solo attraverso prestiti e a tempo limitato. La cautela dell'Olanda ha poi frenato i listini nel pomeriggio. Ma il bilancio è quello di un'Europa dei mercati ora più fiduciosa nella ripresa nonostante la tempesta di dati negativi che quotidianamente investono l'Europa, e non solo. Parigi ha guadagnato l'1,7%, Francoforte l'1,3% e Londra l'1,2%. Più prudente Milano (+0,4%). Termometro dell'ottimismo arrivato da Bruxelles è ancora di più lo spread: il differenziale tra Btp e Bund è sceso a quota 191 punti base dai 198 punti della vigilia, con il rendimento del decennale del Tesoro calato all'1,49%. Ma a quanto tutti si aspettano, la differenza Roma-Berlino è destinata ridimensionarsi ancora, evidentemente, dopo la svolta sul Recovery Fund. «Il peso maggiore dei nuovi fondi/garanzie richiesti in ambito bilancio Ue, sarà soprattutto a carico della Germania», ci spiega Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte. «Di conseguenza - aggiunge - il vantaggio competitivo di emissioni a tassi fortemente negativi potrebbe venire in parte meno per la Germania, come già sta accadendo». Tutto questo, insieme allo schema della proposta, può portare dunque «ad un ulteriore calo dello spread che può velocemente attestarsi in area 150/170 punti base entro giugno, in vista dei corposi grants ed anche del possibile ampliamento del Qe della Bce (il piano di acquisti pandemico Pepp) già il prossimo 4 giugno», conclude Cesarano.
In termini più generali, gli investitori hanno ora diversi motivi per essere ottimisti. La chiusura dell'indice S&P500 sopra quota 3.000 potrebbe rappresentare la ciliegina finale che, unita alla proposta del Recovery Fund ed alle possibili nuove manovre in arrivo da governi (ultimo il Giappone) e banche centrali, riporta il clima più favorevole al rischio almeno fino alla prossima riunione Fed del 10 giugno.
LE TAPPE
Mano a mano che verranno pubblicati i dettagli sul funding del piano, il mercato potrebbe prendere progressivamente atto del potenziale forte supporto in arrivo soprattutto ai paesi del sud Europa. Mentre a fine giugno potrebbe arrivare una nuova tranche di aiuti all'economia dal governo Usa. I tempi? I negoziati dovrebbero impiegare tutto il mese di giugno, con primo momento di verifica dello stato dei lavori nel corso del Consiglio europeo del 18-19 giugno. «Ci sono buone probabilità che i negoziati possano concludersi positivamente facendo leva soprattutto su tutti i meccanismi cosiddetti di correzione del bilancio (rebates + trasferimenti fondi per Iva comunitaria). «Il piano presentato presenta pertanto i requisiti per poter diventare un game charger per diversi comparti e stati dell'area», conclude Intermonte. Piuttosto, la domanda ora è: quanto velocemente la proposta o qualche sua variante verrà definitivamente approvata e quando il denaro sarà speso?
Non mancano però motivi di preoccupazione sullo sfondo per gli investitori, dalla crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina agli scontri in corso ad Hong Kong. Anche le parole della presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde, secondo cui alla fine dell'anno la caduta del Pil nell'area euro potrebbe raggiungere il 12%, non sono così incoraggianti. Ma «non ci sarà una crisi dell'euro», ha fatto sapere Lagarde, nonostante il forte indebitamento di alcuni Stati. «Tutti i Paesi nel mondo hanno dovuto rispondere aumentando il proprio debito», ha detto Lagarde. «Si sono dovute prendere delle misure di bilancio, qualunque cosa succeda». Del resto, «l'uso del debito non è solo raccomandato, ma è la strada da seguire» per la Bce.
Roberta Amoruso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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