I direttori delle Ulss: «Non possono arrivare in ospedale, serve il filtro»

Sabato 26 Settembre 2020
I direttori delle Ulss: «Non possono arrivare in ospedale, serve il filtro»
LE REAZIONI
PADOVA «L'ultima circolare del Ministero della Salute conferma ciò che era già stato stabilito in Veneto con le linee guida sanitarie per la scuola». Lo dice il dottor Franco Pisetta, segretario regionale Fimp Veneto. Si punta sull'importanza di una comunicazione tempestiva tra i Dipartimenti di Prevenzione e il sistema educativo, oltre che sull'identificazione di referenti Covid 19 per la scuola che facciano da collante con i medici curanti di bambini e studenti. Un passaggio importante riguarda la certificazione per la riammissione in classe: per i casi con sintomi sospetti ed esito negativo del tampone, il medico curante deve redigere un'attestazione di conclusione del percorso diagnostico terapeutico raccomandato.
«RICHIESTE ASSURDE»
«Finora abbiamo ricevuto le più disparate e assurde richieste da parte di scuole e asili nidi spiega il dottor Pisetta -, ogni istituto si inventava una propria definizione di certificazione con formulazioni differenti. Ci auguriamo che ora, con la spinta dell'ultima circolare nazionale, tutto il sistema si adegui ad un unico modello condiviso». Per i casi in cui lo studente è assente per condizioni cliniche non sospette per Covid (dall'ascesso dentario ad una frattura) i genitori dovranno presentare una semplice autocertificazione. Intanto continua a salire la richiesta di tamponi a bambini e ragazzi negli ospedali e nei distretti territoriali. Da quando è ripartita la scuola, il 14 settembre, la Ulss 3 Serenissima ha eseguito 1.670 tamponi prescritti dai medici di famiglia su bambini e ragazzi sintomatici. Quasi 4 mila i tamponi eseguiti dall'Ulss 6 Euganea dal 7 al 22 settembre. Numeri importanti, che hanno acceso la polemica tra i direttori generali delle Ulss venete e i pediatri sull'appropriatezza delle prescrizioni. Il boom di richieste sta creando problemi nella gestione del servizio di screening
LE COMPETENZE
«Non metto in discussione l'importanza e la validità dei tamponi dichiara il direttore generale dell'Ulss 5, Antonio Compostella -, ma critico il fatto che non esista un filtro per la definizione del singolo caso. I pediatri non visitano i bambini, dopo il triage telefonico prescrivono il tampone orofaringeo. Ritengo giusto che li accolgano in ambulatorio con le precauzioni necessarie, così come accade negli ospedali. Se ogni componente del sistema sanitario regionale fa la sua parte, l'organizzazione migliora. Un filtro eviterebbe il collasso, fermo restando che per ora a Rovigo l'organizzazione regge». Nella circolare del Ministero della Salute, che traccia gli «scenari più frequenti rispetto al verificarsi di casi e focolai di Covid-19 nelle scuole», gli operatori scolastici e gli alunni hanno la priorità nell'esecuzione dei test diagnostici per Sars-Cov2. «Chiunque arriva in ospedale deve avere il tampone negativo rimarca il dottor Pisetta -, i pazienti con sintomi sospetti vanno in Pronto soccorso nel canale a loro dedicato. È una polemica sterile dovuta alla mancata conoscenza delle norme, che crea ulteriore confusione nella cittadinanza. Il tampone viene prescritto ai bambini sintomatici. Basta un solo sintomo tra tosse, cefalea, sintomatologia gastrointestinale, mal di gola, dispnea, rinorrea e congestione nasale per motivare la richiesta. Dal punto di vista clinico non si distinguono i sintomi Covid da quelli di una banale influenza». Nelle scorse ore si è aggiunta anche la voce di Giuseppe Dal Ben, direttore generale dell'Ulss 3 Serenissima. «Mi rendo perfettamente conto che ci potrà essere tantissima ricorsa al medico di base precisa Dal Ben - ma ci vuole buon senso, il pediatra deve eseguire la visita in modo da comprendere se serva o meno il tampone. In un momento come questo i pediatri e i medici generici non possono tirarsi indietro, e nemmeno lamentarsi, anche qualora fossero investiti da un carico di lavoro importante».
Elisa Fais
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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