I 5stelle veneti: «Non si può premiare chi spreca»

Martedì 23 Luglio 2019
IL COLLOQUIO
VENEZIA Sono pentastellati, ma pure veneti. È in tale duplice veste che i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle attendono l'ennesimo vertice, forse però quello cruciale, sull'autonomia del Veneto, oltre che della Lombardia e dell'Emilia Romagna. Per questo Jacopo Berti e Simone Scarabel, anche a nome della capogruppo Erika Baldin e del vice Manuel Brusco, hanno chiesto al Gazzettino di poter chiarire una volta per tutte la loro posizione sulla trattativa: «La riforma si fa e si deve fare. Chi lo nega, non vuole il bene di questo territorio e dell'Italia intera. Adesso però siamo nello stadio successivo: è giusto e normale che si discuta sulle modalità con cui farla».
IL COINVOLGIMENTO
Il punto è proprio questo: non è sul se, ma sul come, che il negoziato si è incagliato sull'orlo della crisi di Governo. «Il problema è che c'è un clima da tifoserie contrapposte riconosce Berti quando invece, su un tema come questo, occorre coinvolgere i veneti, indossare idealmente tutti la maglia della nazionale veneta, mantenere una pax veneta. Perciò come rappresentanti dei veneti, nel ribadire in maniera forte anche al livello nazionale che l'autonomia è doverosa, chiediamo un atto di coinvolgimento e di trasparenza prima di tutto alla Regione. Ad oggi non abbiamo mai avuto notizie ufficiali, né una relazione in aula, sull'andamento della trattativa: leggiamo solo resoconti sulla stampa e continui attacchi da una parte e dall'altra, col rischio di finire anche noi schiacciati fra quello che dice A e quello che ribatte B».
L'EXTRAGETTITO
Un dato oggettivo è però costituito dalla diversità di vedute, per usare un eufemismo, sulla norma finanziaria, con particolare riferimento alla questione dell'extragettito: Palazzo Balbi chiede di trattenere il surplus erariale in caso di aumento del Prodotto interno lordo (e, viceversa, di accollarsi il mancato incasso nell'ipotesi di diminuzione del Pil), Palazzo Chigi risponde che una parte di quei soldi deve finire nel Fondo di perequazione a favore delle altre regioni. Ecco, su questo punto i Cinquestelle veneti sono perentori. Afferma Scarabel: «Pensare di dire ai veneti che i nostri risparmi li mandiamo alle realtà che sprecano è come un attentato, una roba da linciaggio, un'ingiustizia che va contro il concetto di responsabilità che va esercitata nel bene e nel male». Concorda Berti: «È assolutamente diseducativo, dal punto di vista della morale in generale e del Movimento in particolare, pensare di premiare chi spreca e di azzoppare chi efficienta. Vanno bene i Livelli essenziali delle prestazioni, da Trapani a Vipiteno. Va bene la solidarietà nazionale. Detto questo, chi vale, vola».
LE MATERIE
Ma i loro colleghi del Sud cosa pensano delle ragioni del Nord? «Il dibattito mediatico risponde Scarabel è polarizzato: qui siamo per il sì, lì sono per il no, per cui anche i nostri fanno fatica. Ma come al Nord abbiamo difeso a spada tratta il Reddito di cittadinanza, ritenendolo una misura giusta pur sapendo che non avrebbe suscitato molti consensi sul nostro territorio, così dal Sud ci aspettiamo la stessa onesà intellettuale sull'autonomia». «Come sosteneva Gianroberto Casaleggio interviene Berti un'idea non è né di destra né di sinistra: è giusta o sbagliata e, quando viene dai cittadini, è particolarmente giusta».
Riprende Scarabel: «Il fatto è che autonomia uguale costi standard e l'idea di arrivare ai costi standard spaventa tutti. Ma allora Zaia si concentri su quelli e molli qualcosa sulle materie. Non si impunti sul portarle a casa tutte e 23, perché così rischia di mandare a monte tutto, prendendosi una responsabilità troppo grande anche per lui. Penso alle infrastrutture, all'energia, alla tutela dei beni culturali: quello che oltrepassa i confini regionali, rimanga allo Stato». Completa Berti: «Ci sono già state importanti retromarce da parte della Lega, per esempio sulla legge delega e sui nove decimi, ma noi non siamo stati lì col ditino puntato a rinfacciarglielo. Quindi invitiamo i leghisti a non usare i sassolini delle autostrade o delle soprintendenze per bloccare l'intero ingranaggio complessivo: non vorremmo che, proprio adesso che siamo arrivati al 90% del percorso, diventassero un alibi per giustificare l'incapacità di ottenere l'autonomia».
I MINISTRI
È in questa cornice che i pentastellati veneti inquadrano pure la soppressione dell'articolo sull'istruzione che prevedeva l'assunzione diretta e i contratti integrativi da parte della Regione. «È stato Bussetti, ministro della Lega, a firmare l'accordo con i sindacati contro la regionalizzazione dei docenti», punge Scarabel. «Capisco la levata di scudi di Zaia e Fontana, e comprendo il gioco delle parti, ma al Governo ci sono anche i loro ministri», rincara Berti. Dunque i consiglieri regionali del M5s non pensano che l'autonomia possa far cadere il Governo: «La riforma pesa più sui problemi interni alla Lega, fra il territorio e Salvini, che sui rapporti con il Movimento. I messaggi di Zaia ci sembrano diretti più al suo segretario federale, che a Conte».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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