Il governatore del Veneto: «Perché Sicilia sì e noi no?»

Sabato 14 Settembre 2019
LA TRATTATIVA
VENEZIA Giovedì era stato zitto, lasciando che a parlare fossero la delegazione trattante guidata dal professor Mario Bertolissi e l'ex ministro Erika Stefani. Ma a quanto pare la notte non ha fatto sbollire la rabbia di Luca Zaia, che a più riprese ieri è andato pubblicamente all'attacco di due componenti del nuovo esecutivo giallorosso, quelli con cui il governatore avrà più spesso a che fare durante la trattativa sull'autonomia, vuoi per il negoziato in senso stretto (Francesco Boccia, Affari Regionali), vuoi per il dibattito Nord-Sud (Giuseppe Provenzano (Coesione Territoriale). Ai due dem il leghista non ne ha risparmiata una, surriscaldando così la temperatura in vista dell'incontro che comunque è confermato per il 23 settembre a Venezia.
LA PROPAGANDA
Quel lunedì mattina a Palazzo Balbi arriverà Boccia, che ieri è tornato sulla polemica del giorno prima: «Nel 50% dei casi non ci sono state risposte delle amministrazioni locali alle deduzioni delle amministrazioni centrali. Le bozze sono poi arrivate in Consiglio dei ministri per lo scioglimento dei nodi politici e lì si è arenata la riforma». E ancora: «Il concetto di autonomia è stato usato come una clava, come un manganello di alcuni contro altri». Parole inaccettabili per Zaia: «Come si può chiamare propaganda un testo scritto da eminenti giuristi e costituzionalisti? Mi dispiace sinceramente che Boccia, che incontrerò il 23 settembre prossimo, parli ancora di propaganda, con palese riferimento alla proposta del Veneto, citando come modello quella dell'Emilia Romagna. Niente da dire sulle scelte emiliano-romagnole, ma Boccia dovrebbe ben sapere che si parla di autonomia differenziata: se la lingua italiana ha un senso, significa che ogni Regione ha diritto a costruirsi un abito su misura per le esigenze dei suoi territorio».
L'ASSISTENZIALISMO
Ma il presidente della Regione ne ha avute anche per Provenzano, che pure in mattinata aveva detto: «Non ho voglia di continuare le polemiche col governatore Zaia, penso che quello che chiedeva lui spaccava il Paese, cioè di trattenere le risorse sul territorio del Veneto». Accuse rispedite da Venezia a Palermo: «Le argomentazioni contro il federalismo del ministro Provenzano scontano un difetto di fondo: vengono da un teorico dell'assistenzialismo, che è il suo vero punto di partenza. Abbiamo capito che adesso fa il ministro per il Sud, ma almeno cerchi di parlare con un minimo di attinenza alla realtà». E ancora: «Se questa è la sua teoria, Provenzano ci spieghi come mai il federalismo funziona benissimo negli Usa, in Germania e in tante altre comunità del mondo occidentale. In realtà, ma forse non possiamo pretendere che se ne accorga il ministro del Sud, i costi del federalismo, in Italia, sono aumentati nelle Regioni autonome del Sud e nel Mezzogiorno in generale. Una situazione alla quale si può porre rimedio solo con l'autonomia responsabile, perché autonomia significa responsabilità, e gestendo responsabilmente le risorse pubbliche non le si spreca e si aiutano la gente e i territori a prosperare».
IL CURRICULUM
Già che c'era, Zaia ha approfondito il curriculum di Provenzano, rilevando che il siciliano è stato «vice direttore dello Svimez che si occupa di sviluppo economico del Meridione, in passato capo segreteria dell'assessore all'Economia Luca Bianchi della giunta Crocetta in Regione Siciliana e poi consulente del ministro Andrea Orlando in materia di ambiente». Su questa premessa il leghista ha incalzato così il dem: «Visto che il ministro Provenzano sembra essere il più informato di tutti sulla proposta di autonomia del Veneto, sono certo che saprà dire agli italiani, in tempi brevissimi, quali ne sono i contenuti; cosa ne pensa, invece, dell'autonomia siciliana; e, di conseguenza, i motivi tecnici per cui la Sicilia può avere la sua autonomia e il Veneto no; perché l'autonomia siciliana va bene ed è virtuosa e quella chiesta dal Veneto spacca l'Italia e penalizza il Paese; qual è il modello di autonomia (par di capire non quello siciliano) che, secondo lui, fa sì che il federalismo sia un sistema che aumenta i costi».
A.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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