«Ho vissuto per anni nel terrore, oggi per la prima volta esco di casa»

Giovedì 14 Febbraio 2019
LA STORIA
PADOVA «Adesso ho paura, ma almeno ora mi sento finalmente libero». Sono le prime parole che dice, dopo un incubo durato anni, l'imprenditore di Carmignano di Brenta, vittima dei raggiri, violenze e intimidazioni di Domenico Multari, elemento di spicco della cosca del boss ndranghetista Antonio Dragone. Quanto successo dal 2007 in poi, anno d'inizio del suo legame con il calabrese finito nel mirino dell'antimafia, l'ha portato a perdere tutto quel che aveva. Non solo la sua azienda, il lavoro e una vita agiata, ma anche la sua famiglia. Dal 2017 è rimasto senza nulla, nemmeno un tetto sopra la testa, tanto che ha dovuto vivere anche in auto e in roulotte, prima che del suo caso venissero informati il sindaco e i servizi sociali del Comune che l'hanno inserito nel programmi di emergenza abitativa.
Come si sente dopo l'operazione dell'Antimafia?
«Quando ieri sera (martedì, ndr) - risponde con voce tremante e occhi lucidi - ho saputo degli arresti, mi sarei ubriacato per la felicità. È come se avessi vinto al lotto. Finalmente. Non sa cos'ho passato io. Nessuno si può immaginare quello che ho passato».
Lo riesce a raccontare?
«Credo che basti sapere questo: avevo intenzione anche di farla finita. Per due volte. E lo stavo per fare».
Invece da ieri si può dire che è tornato a vivere?
«A vivere? Scherza? Per la prima volta, ieri (martedì, ndr) sono uscito da questa piccola casa».
Com'è cambiata la sua vita?
«Beh, basta vedere dove abito. Stavo in una casa da 210 metri quadrati prima. Può immaginarselo? Ma è una grazia avere un tetto sopra la testa. Ho anche vissuto e dormito in auto e in roulotte. Senza acqua, senza nulla».
Quanto tempo?
«Che vivo così, in promiscuità, è dal 2017. In questa casa del Comune da nemmeno un anno. È successo tutto quando è entrata in vigore la legge sull'asta delle case che diceva che dal momento in cui il curatore dice che la casa va all'asta devi lasciare l'alloggio».
In roulotte quanto ci ha vissuto?
«Un anno quasi».
Quindi al freddo d'inverno e al caldo d'estate?
«Lei ha mai provato a dormire senza riscaldamento? No? Allora non può capire. Sono stato in roulotte con addosso tutti i vestiti e le coperte che avevo, con meno sette gradi. Una settimana non ho mai dormito. Dormivo di giorno perché di notte era impossibile».
Ma non ha perso solo la casa, vero?
«Mia moglie se n'è andata. I miei figli nemmeno mi guardavano. Tutti pensano che io avessi gozzovigliato e fatto chissà che cosa. E invece...»
Come mai?
«Perchè non si ha il coraggio di dire cos'è successo. Loro (gli appartenenti alla cosca, ndr) fanno fede proprio su questo. Che uno si chiude in se stesso e dice sono un deficiente e non ha il coraggio di dire a nessuno cosa sta vivendo, in cosa si è cacciato».
Non l'ha detto nemmeno alla famiglia?
«Ci ho messo anni a riuscire a parlarne. Anni. Non mesi. Anni».
Possiamo dire che adesso sta vivendo la cosa come se fosse una liberazione?
«Ieri sono uscito per la prima volta. Ho fatto quattro passi per il paese. La gente mi salutava. Senso di liberazione? Non camminavo qua da anni. Riesce a immaginarlo?».
La sua azienda andava bene prima di tutto questo, vero?
«Ma lo sa cosa facevo io? Ho sempre avuto una spinta molto innovativa. All'inizio serramentista, poi ho continuato con l'arredo, compreso quello di una grossa e famosa ditta con negozi in tutta Italia. Lavoravo tanto. Guadagnavo tanto».
Un bel cambiamento...
«Cambiamento? Ora non so nemmeno come pagare le bollette. Non dico che all'epoca scialacquassi, ma le ferie le facevo, quello che volevo me lo comperavo. Ora non ho niente. Più niente».
Aveva paura?
«No, all'epoca non avevo paura. Adesso sì, ma mi sento sollevato».
L'imprenditore però non è solo. Quando il sindaco Alessandro Bolis ha saputo che l'imprenditore non aveva un tetto sopra la testa, si è messo in moto per risolvere la situazione: «Ci prendiamo cura degli ultimi, dei più deboli. A Carmignano di Brenta nessuno deve sentirsi solo. Nel caso specifico abbiamo attivato subito l'emergenza abitativa: casa e buoni spesa. Ora siamo pronti a rinnovare il progetto, finchè non riuscirà a sistemarsi. A volte nella vita le cose possono andare male e si può incappare in situazioni difficili. La nostra Amministrazione è di aiuto di supporto per alleviare e rassicurare queste persone».
Marina Lucchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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