Grillo: voglio Conte leader Cambierà lo statuto M5S Class action degli espulsi

Martedì 23 Febbraio 2021
Grillo: voglio Conte leader Cambierà lo statuto M5S Class action degli espulsi
LA SVOLTA
ROMA Rifondare M5S con Conte leader. Questa la strategia decisa da Beppe Grillo. L'Elevato, che supplisce alla mancanza di comando politico del suo movimento e che nei momenti decisivi entra in campo e dà la linea, non è disposto a tornare al cento per cento e anche nell'ordinaria amministrazione alla guida dei grillini falcidiati da dissensi e espulsioni. «Io non posso fare gli straordinari»: questa la linea che ha confidato ad alcuni maggiorenti del partito. Dal quale Dibba ieri è andato via anche formalmente (ha ritirato la propria iscrizione e incassato la solidarietà di tanti ribelli: «Senza di lui il movimento perde tantissimo», parola di Nicola Morra) e non è più tra gli attivisti. Fare di Conte il leader M5S è l'unico modo, nella visione di Grillo ormai convertito alla realpolitik più cruda, per recuperare magari il Dibba e per evitare l'esplosione totale del movimento e la fuoriuscita di tanti anche nei territori. La base stellata è in buona parte contro i big che si sono «arresi» a Draghi e alleati con Berlusconi e Salvini.
IL SALVATORE
E comunque da Bonafede a Di Maio i vertici si dicono tutti a favore dell'opzione Conte come grande salvagente. E naturalmente Roccobello Casalino condivide: «C'è bisogno che Conte venga a darci una mano». Qualora Conte, l'unico che è riuscito a tenere insieme i grillini in questi anni, con un piede dentro e con un piede fiori dal movimento ma sempre garantendone la presenza al governo, dovesse decidere di entrare a pieno titolo nei 5 stelle, «potremmo modificare lo statuto per creare un ruolo all'altezza per lui»: così dicono i big. Insomma si sta pensando di creare una carica statutaria ad hoc per l'ex premier.
E del resto Di Maio è stato esplicito: «Con Conte è un arrivederci. Spero che il Movimento lo possa accogliere al più presto». Idem Bonafede e gli altri, compreso Crimi. Ad ogni modo, qualsiasi modifica dello statuto passerebbe per un voto degli iscritti sulla piattaforma Rousseau, ma l'esito è scontato anche a prescindere dalle solite pressioni che in consultazioni di questo tipo vengono fatte dai vertici per condizionare il risultato. In quel che resta della base M5S, Conte è popolarissimo infatti.
Intanto, parte la valanga di ricorsi in tribunale da parte dei parlamentari espulsi per aver negato la fiducia al governo Draghi. Una class action contro i vertici del movimento è avviata dai senatori ribelli. Si raccolgono le deleghe per avviare un ricorso collettivo in Tribunale e per chiedere una sospensiva dei provvedimenti di espulsione. A presentare l'istanza sarà l'avvocato genovese Daniele Granieri che sarà a Roma in queste ore per avere le adesioni e presentare la richiesta ex articolo 700 del codice civile. Al gruppo iniziale di senatori che hanno contattato l'avvocato genovese dovrebbero aggiungersi a breve altri parlamentari anche della Camera. Altri senatori dovrebbero invece fare un ricorso parallelo con un altro avvocato.
LE MANOVRE
Politicamente, gli espulsi stanno trattando con Italia dei Valori, la lista di Di Pietro, per avere il simbolo (che si presentò alle elezioni del 2018) con il quale poter formare - in ossequio allo statuto di Palazzo Madama - una nuova componente dentro i gruppi del Misto. Che potrebbe chiamarsi: «L'alternativa c'è». In Senato sarebbero già 8 i parlamentari disposti a dare vita alla componente (ne servono 3 di base) mentre altri di loro vogliono combattere la battaglia senza intrupparsi. Anche alla Camera i dissidenti stanno lavorando alla costituzione della componente. Ma c'è anche chi - e la più infiammata è l'ex ministra Barbara Lezzi - ha altri progetti: restare nel movimento, vincendo la causa, e dare l'assalto al quartier generale facendosi eleggere nel direttivo a 5 che verrà votato su Rousseau. Ma i vertici avvertono: «Secondo quanto stabilito dallo Statuto del MoVimento 5 Stelle, in tema di auto-candidature, non possono avanzare la propria candidatura gli iscritti che siano sottoposti ad un procedimento disciplinare e/o che abbiano subito la sanzione (eventualmente anche in via cautelare) della sospensione».
Mario Ajello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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