Gli industriali: «Stanchi di non essere ascoltati»

Venerdì 6 Dicembre 2019
IL CONFRONTO
MESTRE «Preferisco che taglino i 600 milioni di euro del piano Industria 4.0 purché si tolgano plastic tax e tasse sulle auto aziendali. Insomma, fateci pagare a noi, però dopo basta». Vincenzo Marinese, presidente degli industriali di Venezia e Rovigo, non ha peli sulla lingua incontrando ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Andrea Martella, ospite ieri dell'assemblea straordinaria di Confindustria Venezia area metropolitana e Rovigo. I due si conoscono bene: assieme sono riusciti a portare a casa l'approvazione della Zona logistica semplificata per il rilancio dell'area veneziana e polesana, ma l'insofferenza delle imprese nei confronti del Governo si tocca con mano.
ANNUNCI FATALI
Nel corso del dibattito, Marinese punta il dito contro «la politica degli annunci - come quello sulla plastic tax - che alle imprese fa male: «C'è poca propensione ad ascoltare, i territori si sentono ignorati». Il caso della Plastic tax, che tocca da vicino anche le aziende veneziane, è esemplare: «Quando si prevedono misure da applicare entro sei mesi - incalza Marinese - si mettono le aziende nelle condizioni di cambiare processo produttivo, creando un clima di incertezza sui mercati finanziari».
Martella, dopo avere rassicurato sul fatto che la Plastic tax da un euro a tonnellata è stata di fatto ridotta del 70% - e potrebbe calare ancora in fase di approvazione della legge di Bilancio - ha spiegato che avere scongiurato l'aumento dell'Iva con un provvedimento da 23 miliardi è di per sé un successo: «Chi ha governato prima ha lasciato il Paese in una situazione difficile», ha aggiunto, ricordando gli interventi per ridurre il cuneo fiscale e per confermare il piano Industria 4.0. «È una Manovra sufficiente e dignitosa», ha proseguito il sottosegretario veneziano che pure non ha nascosto le difficoltà di «fare scelte con gli alleati» e i problemi sorti in questi mesi con l'annuncio di provvedimenti che poi sono stati più o meno ritirati. «Dopo l'approvazione della Legge di bilancio - ha ammesso Martella - dovremo stilare un'agenda di prospettiva, un'adesione programmatica da parte di tutte le forze di governo e solo così sarà possibile continuare questa esperienza. Non è possibile che ogni giorno si litighi».
IL DIALOGO DIFFICILE
Ma le difficoltà di dialogo con Roma non riguardano solo la nuova Finanziaria: Marinese ha confermato di non avere ottenuto risposte alla richiesta di un confronto con il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli: sul tavolo ci sono questioni dalle quali dipende il futuro dell'economia veneziana, come lo scavo dei canali portuali, le Grandi navi, la gestione dei rapporti fra imprese e Autorità portuale. Ma il Governo, ha chiarito Martella, ha già risposto con il Comitatone che ha rilanciato il completamento del Mose e le opere complementari per la salvaguardia di Venezia, con l'annuncio di una nuova riunione interministeriale prevista prima di Natale.
I dubbi del mondo produttivo però rimangono, nonostante il clima più sereno sul fronte dell'approvazione del Meccanismo salva stati. Per Marinese «il Governo non dura, a meno che una delle componenti al suo interno non rinunci alla propria identità». Più fiducioso Martella, che ha ricevuto l'applauso personale dagli industriali nonostante le critiche al governo: «Ci sono le condizioni perché il Governo duri - ha concluso - non credo che lasciare il Paese in mano a Salvini sia una buona cosa».
Alberto Francesconi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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