Gli effetti del virus sulla qualità dell'aria meno auto in giro, però più stufe accese

Martedì 18 Maggio 2021
LA RELAZIONE
VENEZIA Se non avesse infiammato i polmoni dei malati, il Coronavirus avrebbe anche combinato qualcosa di buono: farci respirare meglio. Il dato emerge dalla relazione regionale 2020 di Arpav sulla qualità dell'aria, secondo cui è crollata la diffusione del biossido di azoto, a causa delle limitazioni alla mobilità comportate dall'emergenza sanitaria. Allo stesso tempo, però, le misure di lockdown non hanno ridotto le polveri sottili: tutti a casa con la stufa accesa, a giudicare dai livelli di Pm10 e Pm 2.5 rilevati lo scorso anno.
LA PECULIARITÀ
Il rapporto pubblicato ieri dall'Agenzia, di cui è commissario straordinario Luca Marchesi, ha comunque evidenziato la particolarità di un'annata che non ha registrato sforamenti del biossido di azoto rispetto al 2019, che anzi ha evidenziato le concentrazioni «più basse di sempre» a causa dei limiti imposti dalla pandemia. «La peculiarità dell'anno 2020 scrivono gli analisti è stata dunque determinata da una riduzione, molto evidente e diffusa su tutto il territorio regionale, delle concentrazioni medie di biossido di azoto per effetto delle restrizioni alla circolazione dovute all'emergenza sanitaria. Questo effetto non è stato altrettanto manifesto sulle concentrazioni di particolato (sia Pm10 che Pm2.5)».
I SUPERAMENTI
Le principali criticità sono state rappresentate dal superamento diffuso sul territorio veneto del valore limite giornaliero per il Pm10 e dal superamento del valore limite annuale per il Pm2.5, limitatamente però ai capoluoghi di Venezia e Padova, entrambi con 28 microgrammi di inquinante per metro cubo d'aria. La soglia massima annuale di polveri sottili, invece, come nel 2018 e nel 2019 non è stata oltrepassata in alcuna stazione della rete. Al riguardo Arpav ricorda che «i settori emissivi che maggiormente influenzano le concentrazioni atmosferiche del particolato» sono la combustione della biomassa, il comparto agricolo-zootecnico e il settore trasporti. «Il settore della combustione della biomassa per il riscaldamento domestico e quello agricolo-zootecnico non hanno subìto riduzioni dovute al lockdown», sottolinea il documento, evidentemente alludendo al fatto che chi è rimasto forzatamente a casa non ha utilizzato l'auto, ma magari ha riscaldato per un periodo più lungo la propria abitazione.
IN ESTATE
E in estate? Luci e ombre. «Durante il mese di luglio e ad inizio agosto scrive l'Agenzia si sono verificati alcuni superamenti della soglia di informazione per l'ozono, in particolare nelle stazioni di Asiago-Cima Ekar e Schio». Il numero degli sforamento è stato «di circa un ordine di grandezza inferiore rispetto all'anno precedente», in linea con la buona stagione del 2014. «Ciononostante, il valore obiettivo per la protezione della salute umana per l'ozono, mediato sul triennio 2018-2020, è stato superato in tutte le stazioni», tranne che nel Bellunese e ad Adria.
A.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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