Gli avvocati dell'ong anti-corruzione con Zambon: «Oms insabbiò tutto»

Lunedì 10 Maggio 2021
IL LIBRO
VENEZIA La vicenda di Francesco Zambon diventa, a tutti gli effetti, un caso internazionale di whistleblowing, la segnalazione di illeciti a cui non è però seguita alcuna protezione. L'ha annunciato lo stesso ex ricercatore dell'Organizzazione mondiale della sanità, ospite ieri di Mezz'ora in più su Rai 3, in vista dell'uscita del suo libro Il pesce piccolo (Feltrinelli), fissata per giovedì. «Ora sarò seguito anche dagli avvocati da Transparency International, ong che si occupa di corruzione: hanno appreso la mia storia dallo stampa estera e sono rimasti sconvolti da come l'Oms l'ha gestita con gli insabbiamenti», ha svelato il coordinatore del rapporto sulla prima risposta dell'Italia all'emergenza Covid, pubblicato proprio il 13 maggio di un anno fa e ritirato dai vertici il giorno dopo.
LE PRESSIONI
Come anticipato da Zambon, il volume contiene un duro atto d'accusa nei confronti di Ranieri Guerra, l'ex direttore aggiunto dell'Oms indagato a Bergamo per false informazioni ai pm, a cui viene contestato di aver cercato di intimidire il trevigiano affinché modificasse il testo, per esempio togliendo il riferimento al mancato aggiornamento del piano pandemico proprio negli anni in cui lo stesso veronese era dirigente del ministero della Salute. Guerra ha voluto difendere se stesso? «Sicuramente sì ha risposto l'autore. Credo ci sia stato non soltanto un conflitto di interessi suo, ma che abbia anche usato l'Oms e il Governo italiano come scudo per le proprie responsabilità. Questa è la cosa ancora più grave. Anche altre persone, però, si sono lasciate usare».
Resta ancora il dubbio se Roberto Speranza fosse o meno al corrente delle pressioni. «Non c'è dubbio che il ministro dovesse essere informato di questa pubblicazione ha affermato Zambon e questo era un compito assegnato a Guerra. Oggi invece sappiamo che Guerra non l'ha svolto e quindi si è causato un incidente diplomatico. Penso che il ministro non sapesse di questo rapporto, se non quando è uscito. Dopo di allora è difficile pensare che non ci sia stato un suo coinvolgimento, alla luce delle chat del 13 e 14 maggio tra Guerra, Brusaferro e Zaccardi». Gli ultimi due sono, rispettivamente, il presidente friulano dell'Istituto superiore di sanità e il capo di gabinetto di Speranza, il quale ha dichiarato che la decisione di censurare il documento è stata presa autonomamente dall'Oms. «Ma non è così ha commentato Zambon come mostrano chat ed email. Hans Kluge, direttore di Oms Europa, ha scritto che il ministro era molto seccato per la pubblicazione. Però mi chiedo: dobbiamo preoccuparci di questo, o di qualcosa che può essere utile agli altri Stati?».
L'INDIPENDENZA
Il riferimento è all'obiettivo che si poneva la ricerca: orientare gli altri Paesi nel labirinto del Covid. «Per me era una cosa scontata ha confidato Zambon che l'Oms fosse in grado di fare delle pubblicazioni indipendenti. Ma evidentemente non è così. Infatti il rapporto è stato ritirato e non ce ne sono stati altri». Dopo mesi di isolamento e mobbing, ora al centro di una causa giudiziaria, il medico si è dimesso. «Farmi cacciare ha rimarcato sarebbe stata la cosa più comoda e conveniente, anche dal punto di vista economico. Ma ho provato per un anno a cambiare le cose dall'interno e non rispondevano neanche ai miei avvocati. Allora ho pensato che fosse più utile uscire, scrivere il libro e aspettare l'assemblea mondiale di fine maggio, quando spero che la storia venga fuori come assenza di indipendenza dell'Oms».
A.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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