Giovedì a Bruxelles sul tavolo i conti dell'Unione

Domenica 24 Giugno 2018
LA CURIOSITÀ
ROMA Una vita passata nella Lega e il nonno paterno che affitta un immobile di sua proprietà a chi ospita i richiedenti asilo in un angolo della provincia bresciana dove gli stranieri sono tanti quasi quanti i residenti. È la storia di Eva Lorenzoni, dallo scorso 4 marzo deputata del Carroccio. È bresciana di Gambara, un paese di 5mila abitanti con una frazione, Corvione, dove i residenti sono 110 e i profughi 90. «Ma nelle prossime settimane ne arriveranno altri venti» spiega il sindaco Ferdinando Lorenzetti.
In questa porzione di Bassa bresciana i richiedenti asilo sono ospitati nelle stanze dell'ostello Corvione, un ex ristorante trasformato in centro profughi. Il proprietario è Gianfranco Lorenzoni, il nonno della deputata leghista. «Lo abbiamo dato in affitto, ma certo sappiamo come è stato trasformato» ammette la moglie dell'uomo. «Cosa dice mia nipote? Certo è arrabbiata. Anche io sto con Salvini, ma la colpa è di chi va a prenderli questi profughi» continua la nonna di Eva Lorenzoni. Dal 2015, cioè dai primi arrivi degli immigrati a Corvione di Gambara, la nipote è in rotta con il nonno. In questa zona della Bassa bresciana tutti sanno di chi è la proprietà dell'ostello dei profughi, ma il caso è sempre stato tenuto sotto traccia. «Per me è un dramma» si è sfogata l'onorevole del Carroccio . «Non condivido in alcun modo le scelte fatte da mio nonno - spiega convinta - Ho condannato le scelte di mio nonno privatamente e pubblicamente organizzando un presidio e mettendo in atto tutte le azioni che potevano in qualche modo bloccare l'arrivo e la successiva ospitalità dei presunti profughi». E la sua battaglia prosegue anche ora: «Non è una parentela che mi farà cambiare idea sulla questione dell' immigrazione e nessuno può in alcun modo strumentalizzare la mia posizione poiché io combatterò questo business da militante della Lega e da cittadina».
B.L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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