Giappone, sulla nave-lazzaretto decine di contagiati al giorno Italiani a bordo fino a venerdì

Lunedì 17 Febbraio 2020
Giappone, sulla nave-lazzaretto decine di contagiati al giorno Italiani a bordo fino a venerdì
LA STORIA
ROMA Su quella nave ogni giorno ci sono decine di nuovi contagiati, ormai il 10 per cento è stato infettato. E anche gli americani evacuati ieri, poco più di 400, hanno confermato questo dato: 46 sono risultati successivamente positivi. Non c'è luogo, al di fuori di Wuhan, con tanti contagiati come sulla nave da crociera Diamond Princess. E 35 italiani rischiano di restare prigionieri a bordo almeno fino a venerdì, con tutti i rischi che ne conseguono.
PRIVILEGI
Un passeggero, su Twitter, ha raccontato che ieri, quando sono arrivati i dieci pullman inviati dagli Stati Uniti, una passeggera è uscita sul balcone della nave e ha urlato il coro Usa, Usa, non proprio rispettoso per chi non poteva sbarcare perché di differente nazionalità. A livello simbolico era un'immagine potente: attorno alle 16 (ore italiana) hanno cominciato a uscire 400 americani, si è capito che la quarantena non è uguale per tutti. Gli altri 3.200 sono stati costretti a restare a bordo, guardando malinconicamente gli statunitensi che se ne andavano. Solo ieri altri 70 sono risultati infetti sulla Diamond Princess, il totale ora è di 356. Eppure, se sei un turista americano puoi uscire, gli altri continuano l'isolamento cominciato il 7 febbraio, quando sono stati rilevati i primi casi di coronavirus. La nave da crociera è al largo di Yokohama, in Giappone, e i pullman hanno trasportato gli americani ad Haneda, in uno dei due aeroporti di Tokyo, dove li attendevano due Boeing 747. L'incubo è finito, anche se il privilegio di andarsene per primi non è stato ritenuto sufficiente: alcuni passeggeri liberati si sono lamentati perché comunque negli Stati Uniti dovranno sottoporsi ad altri quattordici giorni di quarantena. In serata il colpo di scena: sui 400 americani evacuati, 46 sono risultati positivi al test sul coronavorus e saranno comunque curati in Giappone. Il direttore dell'Istituto nazionale per le malattie infettive americano, Anthony Fauci, alla Cbs, ha aggiunto: «Gli altri saranno trasferiti da subito in una base aerea negli Stati Uniti. Se qualcuno inizierà a sviluppare i sintomi durante il volo, sarà isolato sull'aereo».
E gli italiani? L'aereo che andrà a recuperarli probabilmente arriverà venerdì. Ieri della missione di recupero dei 35 connazionali si è discusso nella riunione della task force sul coronavirus. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: «Questa nave è in quarantena, si allunga ogni volta che ci sono nuovi casi di coronavirus». Ha garantito che i prossimi a scendere saranno gli italiani, ma gli aerei del Canada e di Hong Kong sono in arrivo. Detto che la quarantena dovrebbe essere uguale per tutti, resta da capire perché non sono stati sbarcati tutti i passeggeri subito, evitando due settimane di convivenza che hanno reso la nave una bomba per il contagio. Walter Ricciardi dell'Organizzazione mondiale della sanità: «Le navi possono servire da concentratore di eventi e se vi è un soggetto e contagioso a bordo, l'ambiente ristretto può favorire la trasmissione».
ATTESA
Per il rientro degli italiani c'è un altro problema: in totale sono 35. Ma 25 di loro sono membri dell'equipaggio, a partire dal capitano, il campano Gennaro Arma (di cui molti passeggeri hanno lodato coraggio e disponibilità), e difficilmente potranno lasciare la nave prima dei passeggeri. Ad esempio cinque italiani provengono da Pozzallo (Ragusa). Sono tre dell'equipaggio e le mogli di due di loro. Bene, uno dei tre non potrà scendere quando arriverà la missione italiana perché ha un ruolo chiave all'interno della nave. Il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna: «Fa bene il governo ad andare a recuperarli. Ho parlato con i miei concittadini, stanno bene, ma il rischio di contagio esiste. La nave doveva essere evacuata subito, ma questo ovviamente non dipende dall'Italia».
Mauro Evangelisti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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