Giallo sul volontario morto «Non aveva preso il vaccino»

Giovedì 22 Ottobre 2020
LA STORIA
RIO DE JANEIRO Il medico brasiliano João Pedro Feitosa, 28 anni, che volontariamente si era sottoposto alla sperimentazione del vaccino anti Covid elaborato dall'Università di Oxford e dalla casa farmaceutica Astrazeneca è morto a Rio de Janeiro. Non è ancora chiaro, per questioni di privacy che tutelano i volontari, se il ventottenne abbia ricevuto una dose del vaccino oppure un placebo. Bloomberg, che cita fonti vicine al caso, sostiene che il medico non abbia ricevuto una dose del farmaco sperimentale. Secondo la ricostruzione della stampa brasiliana, il volontario, che si era laureato da poco e lavorava in prima linea nel contrasto alla pandemia in due ospedali della città (uno privato e uno pubblico), si era sottoposto al test alla fine del mese di luglio. Il quadro si è poi aggravato a settembre ed è infine deceduto per «complicazioni relative al Covid-19» il 15 ottobre.
OSSERVAZIONE
Il decesso e la partecipazione alla cosiddetta fase 3 del vaccino è stata confermata dall'Anvisa, l'agenzia per la vigilanza sanitaria del Brasile, che in una nota ha detto di non ritenere necessaria la sospensione delle procedure anche se «il caso rimane sotto osservazione». AstraZeneca non ha divulgato dettagli sulla possibile relazione del vittima con il vaccino, ma ha informato che non fermerà i test. «Tutti gli eventi medici significativi sono analizzati con cura dai responsabili dello studio: un comitato indipendente che monitora la sicurezza e le autorità di settore. Queste valutazioni non hanno condotto ad alcun tipo di preoccupazione circa la continuità dello studio in corso», si legge nella posizione ufficiale.
IL PROTOCOLLO
Ma è effettivamente questo il protocollo da seguire? «In questi casi la procedura prevede che si interrompe la sperimentazione fino a quando non si accerta la causa, bisogna capire se per esempio uno muore di infarto perché aveva una malformazione oppure per il vaccino - spiega Francesco Scaglione, ordinario di Farmacologia all'Università degli Studi di Milano e responsabile della Farmacologia clinica all'ospedale Niguarda - Si deve accertare in modo inequivocabile che la morte è dovuta a una causa nota oppure ignota. Se è ignota bisogna indagare. C'è un procedimento molto rigido che bisogna seguire. In questi casi c'è una procedura molto attenta e accurata da seguire da una struttura pubblica esterna alla società che porta avanti i trial. Sono già capitati nel mondo casi di questo tipo, per esempio in Inghilterra sono stai somministrati farmaci che hanno causato la morte di pazienti. La sperimentazione si interrompe fino a quando non si accerta la causa. Può essere anche una settimana, un mese, anche 5 giorni. Una volta individuata la causa, se non è dovuta al vaccino la sperimentazione può riprendere. Altrimenti, ovviamente, si ferma tutto».
Alla luce di queste osservazioni è dunque difficilmente interpretabile la volontà di Oxford-AstraZeneca di proseguire i test senza che le cause siano ancora state accertate e ufficialmente riconosciute. In Brasile al momento sono in corso quattro differenti sperimentazioni: quella inglese, somministrata da giugno; la tedesca BioNtech-Pfizer; la cinese Sinovac e la belga Janssen-Cilag. I volontari nazionali sono circa 8000. Il Governo federale di Jair Bolsonaro ha puntato le sue fiches sul vaccino inglese dichiarando invece guerra - proprio nelle ultime ore - a quello cinese. I fondi originariamente destinati all'acquisto di 46 milioni di dosi sono stati cancellati.
Bolsonaro, inoltre, ha già fatto sapere che il vaccino in Brasile non sarà obbligatorio. «Per somministrarlo serviranno prove scientifiche, non è mica come l'idrossoclorichina», ha detto riferendosi alla sostanza caldeggiata da lui e da Donald Trump su cui però non esistono prove scientifiche dell'efficacia.
Graziella Melina
Alfredo Spalla
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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