Gas, scorte comuni Ue per abbattere i costi Draghi: «Uniti sui chip»

Giovedì 21 Ottobre 2021
L'INTERVENTO
ROMA Sull'autonomia tecnologica nei chip e sulla capacità di affrontare sfide globali come la transizione ecologica o digitale con «profondi e massicci interventi degli Stati», si gioca la corsa dell'Europa a fronte dell'aggressività di Cina e Usa. E di questo «si dovrà tenere conto» a dovere quando si scriveranno le nuove regole e gli impegni Ue. Le finanze degli Stati e dell'Europa avranno un ruolo cruciale, dice il premier Draghi riassumendo in Parlamento l'agenda che porterà al Consiglio europeo oggi e domani. In particolare sull'energia, l'Italia sosterrà la proposta degli acquisti e stoccaggi congiunti di gas, tra quelle esaminate dalla Commissione il 13 ottobre. Dopodiché Bruxelles presenterà «una proposta di revisione del quadro normativo entro dicembre», promette Draghi. Perché servono presto «soluzioni strutturali», dice il premier, «non «c'è altra via» per gestire l'impennata dei prezzi del gas, «in parte non temporanea», insistendo nello stesso tempo sulla via della transizione energetica. E va tenuto conto che «se noi tirassimo oggi più gas questo sarebbe venduto ai prezzi internazionali, quindi a un prezzo che è più o meno quello mondiale». Questo non si può ignorare.
Nel frattempo, assicura, il governo continuerà a sostenere i più deboli dal caro-bollette. Tanto che dopo i 4,7 miliardi già messi in campo, passano da 1 a 2 miliardi le risorse aggiuntive previste dal Documento Programmatico di Bilancio contro il caro-gas.
Più in generale, però, avverte ancora il premier, la crisi climatica «può essere gestita solo se tutti i principali attori globali decidono di agire in modo incisivo, coordinato e simultaneo» visto che «i Paesi del G20 nel loro complesso producono circa tre quarti del totale mondiale delle emissioni, mentre l'Europa solo per l'8%».
L'URGENZA SUL TECH E DINTORNI
Ma anche sull'autonomia tecnologica nei semiconduttori e nelle tecnologie quantistiche, un'altra sfida decisiva per l'Ue, non c'è altro tempo da perdere. «L'Europa è passata dal 44% della capacità nel 1990 ad appena il 9% nel 2021. Dipendiamo sempre di più dalle forniture extra-europee», spiega il premier, «Quando ritardano o si bloccano, come è accaduto in questi mesi di ripartenza economica, le aziende possono vedersi costrette a fermare o rallentare di molto la loro produzione». Un costo pesante per l'economia. Dunque per produrre «il 20% dei semiconduttori mondiali entro il 2030 dobbiamo intervenire subito e con decisione». La Cina e gli Stati Uniti lo stanno già facendo, sottolinea, «investendo decine di miliardi ciascuno in questo settore». Per dare un'idea della situazione, puntualizza Draghi a braccio, basta ricordare «che i sussidi statali in Cina e Usa vanno dal 30% al 60% del costo totale degli impianti di semiconduttori». Dunque, insiste, «non ci sono alternative all'intervento dello Stato», Lo Stato, ripete, deve essere «pienamente impegnato», altrimenti «queste transizioni semplicemente non si fanno». E questo «vale anche per i nostri rapporti con gli altri paesi europei per sul le molte regole sospese in questo momento».
La rotta è quella di mettere insieme le capacità di ricerca, progettazione, sperimentazione e produzione di tutti i Paesi europei per creare, ad esempio, un ecosistema europeo di microchip all'avanguardia: «Sosteniamo con convinzione la proposta della Commissione Ue di adottare uno European Chips Act per coordinare investimenti e produzione europei di microchip e circuiti integrati». Ma «dobbiamo inoltre agire con la massima urgenza», aggiunge il premier, «per rafforzare la cooperazione tra pubblico e privato e attrarre investimenti alla frontiera tecnologica».
LA DIFESA
Poi c'è il tema difesa e immigrazione, ma anche l'avanzata dei vaccini tra quelli che arriveranno al Consiglio europeo. La costruzione di «una difesa europea è inevitabile e necessaria», per il premier. E sui rimpatri «è opportuno dare seguito all'impegno di progressi europei troppo spesso e troppo poco attuati». Questi progressi «richiedono più Europa». Non basta l'azione del singolo Paese. Intanto, gli sbrachi di questa estate sono stati doppi rispetto all'anno scorso. E di fronte a questi dati, «l'approccio del governo non può che essere equilibrato, efficace ma anche umano». Altrimenti, creeremo dei nemici, dice. Passando ai vaccini, la campagna in Italia «procede più spedita della media Ue». Ma anche il coordinamento dei Paesi Ue sull'estensione del Green pass ai lavoratori exra-europei sarà un tema all'attenzione dei capi di Stato e di governo Ue.
Roberta Amoruso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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