G20, c'è il sì alla global tax Allarme clima e pandemie

Sabato 10 Luglio 2021
IL VERTICE
VENEZIA Il G20 finanze incassa il sì di principio all'accordo sulla tassazione delle multinazionali. Ma il tema, nella prima giornata di vertice dei ministri delle Finanze e governatori, viene quasi messo in secondo piano dal livello crescente di allarme sulle pandemie, che richiedono 75 miliardi di dollari per una risposta adeguata, e dal riscaldamento globale, dove l'Ue prende nuovamente l'iniziativa. All'Arsenale di Venezia, dove si svolgono i lavori del primo summit in presenza dall'inizio della pandemia, partono i lavori veri e propri dei policymaker, dedicati ieri perlopiù alla pandemia e alla dotazione finanziaria per combatterla. La riforma della tassazione delle multinazionali, dopo il via libera del G20 sulla base di lavoro offerta dall'Ocse, è in calendario oggi ma già trapela il via libera dei deputies alla bozza, sulla base dei due pilastri della redistribuzione degli utili delle imprese fra i Paesi e della tassa minima globale al 15%. Un via libera di principio, che vede ancora degli holdout proprio in Europa con Ungheria, Irlanda ed Estonia, ma che nelle intenzioni dovrebbe portare a un negoziato tecnico per arrivare a un accordo vero e proprio al G20 dei capi di Stato e di Governo e all'entrata in vigore entro il 2023: il ministro delle Finanze tedesco Olaf scholz si dice «fiducioso che troveremo un accordo» e il collega francese Bruno Le Maire auspica che sia «ambizioso».
IL SEGNALE
Nel frattempo si delinea un accento crescente sulla tassazione per il cambiamento climatico, dove la direttrice generale del Fmi chiede un «segnale potente» sui prezzi delle emissioni di Co2: dovrebbero essere a 75 dollari per tonnellata, sono a 3. Paolo Gentiloni, commissario Ue agli Affari economici, avverte che «per una tassazione green è ora o mai più» e conferma la presentazione a Bruxelles, la prossima settimana, di un ambizioso maxi-pacchetto che includerà la revisione della direttiva Ue sulla tassazione energetica vecchia di vent'anni, che paradossalmente incentiva i combustibili fossili; un meccanismo di «adeguamento del carbonio alle frontiere» e l'estensione a nuovi settori del sistema del trading di emissioni di Co2. Il ministro Daniele Franco spiega che «il cambiamento climatico è al cuore dell'agenda italiana focalizzata su persone, pianeta e prosperità». Occorre «agire immediatamente», gli fa eco la segretaria al Tesoro statunitense Janet Yellen, elogiando i progressi sui dati e la trasparenza sulle emissioni inquinanti promossi dal Gruppo di lavoro per la finanza sostenibile voluto dalla presidenza italiana.
IL REALISMO
L'economia globale naviga in «territori sconosciuti». E se la ripresa accelera, occorre attenzione alle varianti del Covid-19. È il governatore Visco a iniettare l'urgenza del realismo pur in un G20 all'insegna dell'ottimismo. «Si conferma il miglioramento che ci si attendeva», afferma. Il ministro Franco conferma, in Italia «la crescita quest'anno sarà almeno del 5%». Ma ci sono anche rischi al ribasso, dice Visco, «nelle divergenze» fra Paesi avanzati e Paesi fragili in termini di contagi, vaccinazioni e di conseguenza impatto economico. E poi per le varianti, come la Delta, «su cui c'è molta attenzione che necessita ancora di attenzione nei comportamenti». In mattinata, il governatore era intervenuto alla conferenza annua del Forum Ocse sulla produttività. «Abbiamo appena affrontato un'altra recessione globale dalla natura e dalle dimensioni senza precedenti, che ha colpito le nostre economie nel mezzo delle rivoluzioni digitale e green». Cambiamenti strutturali che piombano sull'economia globale già fiaccata dalla grande crisi finanziaria di un decennio fa e dalla stagnazione della produttività delle economie avanzate. Ecco, spiega Visco, «gli aggiustamenti pervasivi creati da questi cambiamenti strutturali, assieme agli strascichi della pandemia, ancora minacciano i nostri Paesi, stanno spingendo l'economia globale in territori sconosciuti» in cui «è difficile immaginare come sarà la nuova normale, ma credo che sia i Governi che le banche centrali possano fare molto per impedire che lo shock pandemico lasci ferite permanenti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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