Fontana: danni dal governo I negozianti li chiedono a lui

Domenica 24 Gennaio 2021
LO SCONTRO
MILANO «Colpa di un algoritmo sbagliato». «Abbiamo inserito dati a caso in un campo privo di informazioni». «Noi non abbiamo validato i dati alla cabina di regia, li abbiamo validati nel senso che li abbiamo confermati». Ore 18 di ieri, il governatore lombardo Attilio Fontana, la sua vice Letizia Moratti e gli esperti della sanità regionale decidono di fare chiarezza sul gran pasticcio dei numeri del contagio che hanno blindato per una settimana la Lombardia in zona rossa quando in realtà era arancione. Conclusione: prima che Fontana si alzi e se ne vada spazientito e dopo spiegazioni dei tecnici che aggiungono perplessità su raccolta e trasmissione dei dati, il presidente invia il suo messaggio all'esecutivo. «Alla prossima riunione della conferenza delle Regioni avanzerò al governo la richiesta che, nell'ambito del prossimo scostamento autorizzato dal Parlamento, venga inserita esplicitamente una somma che equivale al danno che le nostre categorie hanno subito».
MAXI CAUSA
Quella di Fontana, in realtà, è una contromossa. La Regione infatti intende parare il colpo economico della class action nella quale si stanno compattando le associazioni di commercianti e imprenditori, sostenuta dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori e dal collega di Varese Davide Galimberti. Una maxi causa alla quale, a oggi, hanno aderito tre associazioni, una ventina di commercianti e che si sta allargando. «Ci siamo attivati per avere i documenti dalla Regione ai fini della richiesta di risarcimento dovuto al presunto errore di calcolo dell'indice Rt», spiega l'avvocato Francesco Borasi, che ha informato dell'azione legale anche il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli. Con l'epidemia di Covid le imprese lombarde hanno accusato un crollo dell'export per 13 miliardi, quattro aziende su dieci chiuderanno l'anno in perdita, il quadruplo rispetto al 2019, il massimo di sempre. Per i negozi, calcola il presidente di Confesercenti Gianni Rebecchi, «stimiamo circa 600 milioni di volume d'affari perso e adesso, dopo undici mesi di sacrifici, scopriamo che ci sono stati errori di calcolo. Sussistono tutti i presupposti per far partire una class action contro i soggetti che hanno provocato un danno di questo tipo». La chiusura dei negozi nella seconda settimana di saldi, calcola il presidente di Ascobaires Gabriel Meghnagi, «ha bruciato 250 milioni di euro di incassi a Milano e provincia, accertiamo chi ha sbagliato e chiediamo degli aiuti». E anche il presidente di Confartigianato Lombardia, Eugenio Massetti, preme affinché «si provveda urgentemente a ristorare le attività economiche che sono state inutilmente penalizzate, senza effetti reali sul contenimento dell'epidemia».
DATI SBAGLIATI
Il rimpallo di responsabilità tra Regione e governo, insomma, è questione di soldi e non tanto di onore, come sostiene l'assessore al Welfare Letizia Moratti: «Il ministro Speranza pretendeva che dicessimo l'errore era nostro. Ma non potevamo accettarlo per la nostra dignità». Fontana insiste che, causa di tutto, è un algoritmo dell'Iss che non funziona. Dunque il calcolo dei contagi è sbagliato non solo in Lombardia ma in tutte le Regioni? «Molto probabile, ma questo riguarda il ministero della Sanità. Non lo so e non mi interessa», taglia corto. I numeri del ministero, però, sono ben diversi. Ribadisce Speranza: «La relazione dell'Iss è chiarissima. La Regione Lombardia, avendo trasmesso dati errati, ha rettificato i dati propedeutici al calcolo del Rt e questo ha consentito una nuova classificazione. Questa è la semplice verità. Il resto sono polemiche senza senso che non fanno bene a nessuno. Soprattutto a chi le fa». Il direttore della Prevenzione Gianni Rezza tira le fila: «La cabina di regia si è riunita per il monitoraggio dell'andamento epidemiologico dal quale è emerso che erano presenti alcune incongruenze nei dati della Lombardia che la Regione stessa ha corretto, rinviando il file il 20 gennaio. Ciò ha permesso di ricalcolare l'Rt». Fine. I tecnici del Pirellone hanno sbagliato a indicare la data di «inizio sintomi» di un numero considerevole di casi sintomatici e non hanno compilato lo «stato clinico» dei contagiati, che una volta guariti non sono stati depennati. Martedì l'opposizione aspetta Fontana in aula.
Claudia Guasco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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