Fmi azzera la crescita 2019 dell'Italia e rivede le stime per il prossimo anno

Mercoledì 16 Ottobre 2019
LE PREVISIONI
ROMA In un quadro mondiale di «rallentamento sincronizzato» innescato dalla guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina, il Fondo Monetario Internazionale taglia nuovamente le stime italiane. L'economia quest'anno è ferma, mentre nel 2020 salirà dello 0,5%. Una crescita quindi al palo, la più bassa quest'anno tra i paesi del G7 e di Eurolandia. E inferiore anche alle attese del governo, che prevede un +0,1% per il 2019 e un 0,6% per il 2020. Ma non è solo la crescita ad agitare: c'è il problema del debito pubblico che va ridotto. Per l'Italia, che vanta un «debito e un fabbisogno lordo di finanziamenti elevati», è particolarmente essenziale - osserva il Fondo - un impegno «credibile» su una traiettoria al ribasso del debito «nel medio termine». Le stime degli esperti del Fondo per il debito italiano mostrano un trend al rialzo: si passerà dal 132,2% del 2018 al 133,2 si quest'anno, fino ad arrivare al 133,7% nel 2020 e al 134% nel 2024. Sul fronte del deficit è atteso un calo al 2% del Pil quest'anno, seguito però da un nuovo aumento al 2,5% nel 2020.
I DETTAGLI
Il quadro italiano si inserisce in un contesto di rallentamento dell'Europa e dell'economia globale, appesantita dai dazi ma aiutata dagli interventi delle banche centrali, senza i quali la crescita sarebbe più bassa di 0,5 punti percentuali sia quest'anno che il prossimo. Stimoli monetari importanti in grado di bilanciare almeno in parte il peso crescente della guerra commerciale, stimato allo 0,8% Pil mondiale nel 2020. Una stima questa comunque già rivista al ribasso: il mini accordo tra Washington e Pechino, che scongiura l'entrata in vigore dei dazi previsti a ottobre, limita l'impatto allo 0,7%. Nel rivedere al ribasso le stime di crescita mondiale al 3% per quest'anno, ai minimi dalla crisi finanziaria, e al 3,4% per l'anno prossimo, il Fondo descrive come «precarie» le prospettive. Tra le incertezze c'è una Brexit ancora tutta de definire. «Un no deal potrebbe ridurre il Pil UK del 3% nel lungo termine e del 3-5% nel breve» spiega. Fra gli altri paesi europei frena la locomotiva tedesca, attesa crescere quest'anno solo dello 0,5% per poi accelerare all'1,2% il prossimo. Riviste al ribasso anche le stime per la Francia all'1,2% e per il prossimo anno all'1,3%.
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