Fine protesta (e festa) il Porto è operativo «Ora basta con il circo»

Domenica 17 Ottobre 2021
LA MOBILITAZIONE
TRIESTE Dovevano bloccare il porto a oltranza, «anche fino al 31 dicembre». Non solo non l'hanno mai davvero fermato, ma hanno fallito anche il secondo obiettivo: durare. Il presidio del varco quattro dello scalo di Trieste si è sciolto. Gli ultimi manifestanti lasceranno l'area stamattina. L'annuncio è arrivato alle 19.30 direttamente dal leader dei portuali, Stefano Puzzer: «Ringraziamo tutti, ma continuando così non raggiungeremo gli obiettivi. Abbiamo creato un coordinamento nazionale dei portuali, il 30 ottobre saremo a Roma, alla Camera e al Senato. Andremo dove conta davvero, allora sì che senza risposte bloccheremo tutto. Questo è uno step successivo».
LA GIORNATA
Birra, prosciutto (cotto, siamo a Trieste e non si scherza), musica alta (c'è un angolo per la dance e uno per il rock duro), continuo rifornimento di pizze, balli di fronte alle casse da chissà quanti watt. Altra birra. Era diventata questo la protesta del porto di Trieste. Da blocchiamo tutto a beviamo tutto il passo è stato forse troppo breve. E chi ieri ha rinunciato al rave del varco quattro, è tornato al lavoro, facendo funzionare un porto che è tornato a ingoiare traghetti, portacontainer, navi da crociera. Sciopero del porto di Trieste, giorno due. La prima notte è stata una festa per pochi coraggiosi. Sacchi a pelo e altra birra, una distesa di lattine e bottiglie a terra. «Ci siamo divertiti», dice un manifestante che non appartiene alla schiera dei portuali in pettorina gialla. Già, perché quelli, nel secondo giorno di protesta, sono molti di meno. Una trentina, su 1.500. Pochi, davvero pochi. In generale ieri i manifestanti non sono mai stati più di duemila. Sono mancati i rinforzi, annunciati «da tutta Italia» da fonti evidentemente non così attendibili. Uno a dire il vero è arrivato, quasi fuori tempo massimo. L'attore Enrico Montesano, chiamato dal Movimento 3V, ha preso in mano la scena nel primo pomeriggio. «Tutta l'Italia deve vedere l'entusiasmo e la determinazione dei portuali di Trieste che lottano per la libertà», ha detto.
LO SCALO
Al varco uno, quello aperto già venerdì, una lunga fila di camion diretti al traghetto in partenza per la Turchia. «Perché sono qui? Ho una famiglia, dobbiamo mangiare», taglia corto un autotrasportatore. «Il porto di Trieste non si è fermato e continua a lavorare. Nessun blocco al varco uno, dove i mezzi possono entrare e uscire liberamente a servizio di Riva Traiana dedicata ai traffici con la Turchia». Lo rende noto l'Autorità portuale. «Il rallentamento delle attività - spiega la nota - ha interessato in modo diverso i vari terminal: in alcuni l'operatività è stata bassa, mentre per altri quasi a regime. Le differenze sono attribuibili alla difficoltà di formare delle squadre complete a causa dell'assenza di una parte dei lavoratori».
LA DENUNCIA
La mattinata, però, era stata segnata da un altro momento di tensione. Il leader del comitato indipendente dei portuali, Stefano Puzzer, ha presentato una denuncia ai carabinieri di Trieste, accusando l'Autorità portuale di «far lavorare dei dipendenti sprovvisti di Green pass». «Il lavoratore è stato allontanato», ha detto in seguito il terminalista Enrico Samer, presidente della ditta Samer & Co. Shipping, dopo un breve controllo durante il quale si è riscontrato che un giovane non aveva il pass. «Il personale presente a terra, al molo V, al lavoro su treni e container e richiesto da Samer Seaport è stato fornito dall'Agenzia per il lavoro portuale del porto di Trieste e quindi sta a quest'ultima controllare se i lavoratori sono dotati di Green pass», era stato precisato in precedenza.
LO SFOGO
Durissimo il presidente dell'Autorità portuale di Trieste, Zeno D'Agostino. «Questa situazione non si può più tollerare. Io domani (oggi, ndr) sento la Prefettura e con il prefetto cercherò di capire. In questo momento stiamo tornando alla normalità, ho bisogno di un porto che funzioni e il varco quattro è il varco principale del porto, il più vicino alla grande viabilità e quindi adesso basta. Non si può tollerare nulla, neanche un'ora in più. Adesso basta con il circo che hanno messo in piedi, lo chiamo circo perché da lì è passato di tutto in questi giorni, mi hanno raccontato scene veramente da Barnum». È stato profetico, anche se a tarda sera gli irriducibili fanno sapere di non voler mollare: «Se il 30 ottobre l'obbligo non sarà ritirato, bloccheremo l'Italia», minaccia Puzzer.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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