Fabrizio, isolato e taciturno passava il tempo su internet tra le cure e le corse in bici

Giovedì 24 Giugno 2021
IL RITRATTO
FARRA DI SOLIGO (TREVISO) Taciturno, tranquillo, un ragazzo che amava i suoi gatti e le lunghe pedalate in bicicletta fra le colline dell'Alta Marca. Pochi amici, almeno nella quotidianità del paese, ma tante frequentazioni in rete. E poi un passato complesso, costellato da periodi trascorsi in cura per uno stato psicologico che ancora oggi è costretto a fare i conti con tante difficoltà.
Questo è Fabrizio Biscaro, classe 1986, 35 anni da compiere il prossimo ottobre, nato e cresciuto nel Solighese. Fino a ieri viveva con i genitori, ora invece si trova recluso nel carcere di Santa Bona con la pesantissima accusa di omicidio aggravato che lui stesso si è fatto ricadere addosso.
IL PERSONAGGIO
La famiglia Biscaro vive in una porzione di casa al civico 38 di via Posmon in località Fontana di Farra. Ci abitano il padre Mario, la madre Tatiana e Fabrizio. La sorella maggiore Margot invece ha da tempo lasciato quell'abitazione affacciata sul cortile interno con il grande orto. Lì Fabrizio ha sempre passato molto del suo tempo, circondato dai diversi e curatissimi gatti di famiglia. Nel piccolo paese tutti lo conoscono, eppure incontrarlo al bar o in piazza è sempre stata cosa piuttosto rara. Dopo le scuole, passata l'adolescenza, il suo carattere mite ma molto introverso ha cominciato a chiudersi progressivamente. Nel corso degli anni aveva avuto diversi lavori, per lo più come operaio, tra i quali anche un posto alla Dhe a Follina, che produce componenti industriali. I momenti in cui aveva un impiego si sono sempre alternati ad altri in cui rimaneva a casa, come accaduto anche durante il periodo della pandemia. In paese lo si vedeva poco, perché alle frequentazioni di persona sembra avesse da qualche tempo cominciato a preferire quelle via internet. Era infatti molto il tempo che il 34enne trascorreva sui social network e in diverse chat, anche per cercare amicizie e relazioni. Una passione però non lo aveva mai abbandonato: quella per il mondo del ciclismo. Non solo amava seguire le competizioni in televisione, ma praticava da tempo questo sport a livello amatoriale. Le occasioni in cui a Fontane è sempre stato più facile vederlo sono quelle in cui partiva dalla casa vestito di tutto punto, con la tutina, il casco e gli scarpini, salendo in sella alla mountain bike o alla bicicletta da corsa per percorrere le strade delle colline. «Gli piaceva prepararsi con l'abbigliamento giusto e passare il tempo in sella, si vedeva che era felice quando si ritagliava del tempo per pedalare» racconta un vicino.
L'INSTABILITÀ
Nonostante una famiglia unita e che a Farra gode di un'ottima reputazione, nonostante non abbia mai avuto problemi con la giustizia o particolari screzi con nessuno, Fabrizio Biscaro ha tuttavia dovuto fare i conti con difficoltà di natura psicologica per larga parte della sua esistenza. In passato ha affrontato alcune volte dei percorsi di cura specializzati, che sul momento sembravano dargli sollievo. Non abbastanza però, dal momento che anche ieri, dopo aver compiuto l'omicidio, ha sì avuto la lucidità di guidare da Moriago a Valdobbiadene per costituirsi in caserma, ma vi è anche arrivato in uno stato confusionale. Resta peraltro il mistero su dove avesse trascorso le ore dalla sera di martedì a ieri mattina, dal momento che i parenti ne avevano segnalato l'allontanamento ai carabinieri non riuscendo a trovarlo. Fabrizio ha ammesso di avere ucciso Elisa, ma in quasi otto ore di pressante interrogatorio non è riuscito a dare una valida spiegazione del movente del suo gesto. Frasi confuse, che per il momento hanno lasciato emergere solo un'azione brutale nei confronti di una vittima scelta a caso.
Una mano armata dalla rabbia e una mente che però è stata sufficientemente precisa da decidere di partire da casa con un lungo coltellaccio da cucina. Eppure di quell'istinto assassino nessuno in paese ha mai avuto contezza: tra i vicini di casa più di qualcuno è scoppiato a piangere e si è sentito mancare le gambe nell'apprendere la notizia. «Un po' isolato magari sì, ma violento, addirittura capace di uccidere no. Ultimamente era tanto dimagrito, ma non abbiamo mai notato nulla di strano».
Serena De Salvador
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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