Fabio Legnaro è titolare dell'antica trattoria Ballotta sui Colli Euganei,

Venerdì 4 Dicembre 2020
Fabio Legnaro è titolare dell'antica trattoria Ballotta sui Colli Euganei, trecento fra ristoranti e trattorie. In certi paesi ci sono più coperti che residenti. Ogni Natale 70mila persone vanno a pranzo sui Colli, 15mila gli occupati, 2 milioni di euro di incassi previsti solo il 25. Altri 2,5 milioni contando vigilia e veglione. Perchè il Dpcm consente l'apertura dei locali a pranzo di Natale e Santo Stefano, ma solo per i residenti nel comune.
E adesso?
«Un dramma. Siamo con la morte in mano. Già le cene aziendali di dicembre sono saltate e guardi che a dicembre si faceva il pieno tutte le sere. Ora anche il Natale che vale il 20 per cento del fatturato annuo. E il pranzo di Natale sui Colli per i padovani è una tradizione irrinunciabile. Pensi che solo nel mio comune a Torreglia ci sono 36 ristoranti. Ed è dura non solo per noi ma per il fornaio e il pasticcere che ci riforniscono, per il giardiniere e l'idraulico. Non sapete quanta gente muove un ristorante ».
I suoi dipendenti?
«Siamo rimasti in quattro. I famigliari. Avevo sei dipendenti, due part-time e 8-10 persone a chiamata per la sala, i banchi, la cucina. Solo qualcuno è riuscito ad avere un ristoro. Cosa vuole, siamo rimasti chiusi 111 giorni e non c'è più nemmeno la clientela degli alberghi delle terme, 17mila posti letto portavano gente. Quest'anno poi sono saltate tutte le cerimonie, matrimoni e comunioni».
Che farete?
«Proveremo con il servizio a domicilio ma non sarà la stessa cosa. Però non ci arrendiamo. Con l'associazione delle Tavole tauriliane stiamo pensando a un kit di Capodanno».
Arrabbiati?
«Ci credevamo. Avevamo già i menu pronti e i posti quasi esauriti, così come molti colleghi. La gente non vedeva l'ora di uscire. E poi non capisco. Domenica 27 torna tutto come prima. E allora? Riceveremo un sacco di persone che hanno mangiato a casa».
Sarete pronti?
«Ma certo. Anche perchè i Colli attirano persone da Venezia a Ferrara. Noi avevamo una capienza di 160 posti li abbiano ridotti a 120 perché eravamo già larghi. Poi le famiglie che sono in più di sei le avevamo disposte con tavoli da quattro vicini e separati dagli altri».
E cosa c'era in tavola?
«Beh i bigoli, ovvio. E poi oca, fagiano, piccione. E pesce, quest'anno a buon mercato
».
Mauro Giacon
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