Esuberi, Conte vuole mediare: ma Mittal deve darci garanzie

Domenica 10 Novembre 2019
IL RETROSCENA
ROMA Riportare il gruppo franco-indiano al tavolo della trattativa in un incontro che potrebbe tenersi domani o martedì. Giuseppe Conte ha fretta di riprendere il confronto dopo il blitz a Taranto e il primo incontro avuto lunedì scorso con i vertici di ArcelorMittal durante il quale si è convinto che il nodo dello scudo penale è «solo un tassello» di una vicenda molto più complicata e che intreccia un calo della produzione (dovuto a dazi e crisi dell'auto), ad un clima giudiziario non particolarmente favorevole per chi investe nello stabilimento pugliese e alla mancanza - appunto - di una tutela penale per i nuovi amministratori.
I NODI
Una settimana fa la multinazionale franco-indiana ha posto sul piatto 5 mila esuberi e un taglio della produzione di quasi il cinquanta per cento rispetto agli obiettivi indicati solo pochi mesi fa nel piano industriale. Malgrado le richieste siano dure, la trattativa per il governo è una strada obbligata e ieri l'ha indicata apertamente il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia immediatamente criticato dalla Cgil di Landini. Prima di avviare una trattativa, Conte vuole però conoscere le reali intenzioni dell'azienda perché «se i problemi sono solo un pretesto per chiudere», come sostiene la Cisl di Annamaria Furlan, allora non resta che prepararsi allo scontro nelle aule giudiziarie. Una guerra a suon di carte bollate che nel governo vede tutti dalla parte del premier che ieri l'altro, recandosi nello stabilimento ex Ilva e poi nei quartieri più esposti di Taranto, ha voluto metterci la faccia trovando dalla sua parte anche il neo commissario europeo Paolo Gentiloni che a Mittal e al governo ha mandato lo stesso messaggio: gli impegni vanno rispettati. Conte è consapevole che nella trattativa entrerà anche il tema della tutela penale, ma prima vuole da ArcelorMittal l'impegno che tra sei mesi non si presenti a palazzo Chigi con un nuovo piano industriale e nuove richieste. Trattare sugli esuberi, su un possibile sconto sul prezzo di acquisto e sulla tutela penale, per Conte è possibile, ma per Conte è necessario che ArcelorMittal prima chiarisca perché non intende rispettare gli impegni assunti con il governo Gentiloni.
La trattativa è comunque complicata e rischia di arenarsi ancora prima di partire. ArcelorMittal ha già compiuto passi concreti per uscire dal dossier dell'ex-Ilva, e se Lakshmi Mittal - o chi per lui - è comunque pronto sedersi al tavolo con Conte, qualora convocato ufficialmente, non è per cortesia istituzionale. Qualche margine di trattativa, seppure molto stretto, c'è. Ma dalla multinazionale fanno sapere che «abbiamo già espresso le nostre condizioni al governo e ora aspettiamo un'eventuale proposta sulla base dei nodi sollevati».
Per la multinazionale il punto di partenza ormai scontato è la reintroduzione dello scudo penale. Ma non basta. Per l'Altoforno 2 dovrà essere garantita la facoltà d'uso per un altro anno. Altro nodo non così difficile da sciogliere dopo l'incontro nei giorni scorsi dei commissari straordinari con il procuratore capo di Taranto. Ben più delicato è il capitolo degli esuberi: ufficialmente Mittal ne ha chiesti 5.000 strutturali, e anche se il governo ha prontamente rispedito indietro la richiesta, una mediazione sembra possibile anche se non facile e subordinata al via libera sindacale. Una base su cui lavorare potrebbe essere l'offerta fatta dalla stessa multinazionale prima della lunga trattativa con i sindacati, 8.480 dipendenti totali in Italia, ovvero circa 2.300 in meno rispetto a quelli poi assunti. Magari Arcelor potrebbe chiedere qualche esubero in più. Ma già così il governo si troverebbe a gestire attraverso gli ammortizzatori sociali quasi 4.500 lavoratori, visto che i commissari straordinari hanno già in gestione 2 mila lavoratori, di cui 1.600 in cig. Infine la quarta e ultima condizione già avanzata dalla multinazionale: ArcelorMittal chiede di poter lavorare in un clima meno ostile. Il riferimento è ai rapporti con il governo- attuale e passato - considerato lo scontro che dura da mesi sullo scudo penale. Ma in realtà l'obiettivo di ArcelorMittal è anche quello di avere un clima più sereno con i sindacati ma anche con tribunali e Procure.
Roberta Amoruso
Marco Conti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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