Epidemia a due velocità: in intensiva +32% di No vax e -33% di immunizzati

Giovedì 9 Dicembre 2021
I DATI
ROMA Nel reparto di terapia intensiva, intubata e in condizioni gravi, tra i colpiti da Covid c'è una donna sui 40 anni che rischia la vita. Ma c'è anche il cinquantenne che fino a qualche giorno prima era sempre in forma e la mattina andava a fare la corsetta nel parco. Poi, purtroppo, nella sala di attesa ci sono anche i familiari di un giovane, trentenne, che non solo non si era voluto vaccinare, ma aveva anche rimandato il ricovero in ospedale. E alla fine non ce l'ha fatta.
I dati dell'ultimo report di Fiaso, la Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere, traducono in numeri la realtà che si vive negli ospedali: l'incremento complessivo delle ospedalizzazioni per Covid è pari al 10,1%. A fare la differenza è però sempre il vaccino: nelle ultime due settimane aumentano i pazienti non protetti dal farmaco anticovid ricoverati in terapia intensiva, con +32%, mentre continuano a diminuire quelli protetti -33%. «Effettivamente coloro che non sono vaccinati - spiega Giovanni Migliore, presidente di Fiaso e direttore generale del policlinico di Bari - vanno più frequentemente in rianimazione e hanno complicanze più gravi, tant'è che sono aumentati nei nostri ospedali del 32%. Alla stessa maniera abbiamo osservato che invece i pazienti vaccinati sono diminuiti all'interno delle rianimazioni».
I L TURN OVER
La situazione è la stessa da Nord a Sud. «Nelle ultime settimane - conferma Joseph Polimeni, direttore generale dell'azienda sanitaria Friuli Occidentale - abbiamo un incremento veramente forte, soprattutto in area critica, dei soggetti che non sono vaccinati. In questo momento, la sub-intensiva è totalmente popolata in modo saturo da pazienti non protetti». E non si tratta di anziani o di soggetti fragili. «Abbiamo pazienti intorno ai 50 anni anche in terapia intensiva. Purtroppo, c'è anche una donna di 47 anni che non è nemmeno trasferibile. Nella terapia intensiva - ricorda Polimeni - ci sono casi davvero complessi da gestire. È chiaro che se si tratta di una polmonite grave che ha compromesso in modo irreversibile la funzionalità respiratoria anche per un soggetto giovane è molto complicato uscirne».
Per il momento, la pressione sugli ospedali non è forte, ma il rischio che con le festività natalizie il numero dei ricoverati aumenti non fa stare tranquilli. «Per ora, l'ospedale Cotugno riesce a reggere alla domanda - premette Maurizio Di Mauro, direttore generale dell'azienda ospedaliera dei Colli - Monaldi, Cotugno e Cto di Napoli - Ciononostante, tutti i posti che abbiamo convertito per il Covid sono pieni. Riusciamo a compensare con il turn over che quotidianamente facciamo con le dimissioni e, purtroppo, con i decessi».
«Purtroppo, solo nella giornata di oggi (ieri, ndr) abbiamo avuto 4 decessi per Covid, di cui un 32enne. È arrivato da noi con una polmonite molto grave, era già in condizioni critiche, è stato direttamente intubato e stamattina (ieri) è morto. Era un no vax. Ora la nostra preoccupazione - ammette Di Mauro - è che con le festività gli ospedali rischino di riempirsi di pazienti covid. Dobbiamo insistere con le vaccinazioni e far sì che vengano rispettate le regole di precauzione, a cominciare dalla mascherina da tenere sempre anche all'aperto». Secondo Fiaso serve poi spingere sulle terze dosi al più presto. «Tutti i pazienti in rianimazione vaccinati - rimarca Migliore - sono quelli che hanno completato il ciclo da almeno 4 mesi. È evidente che all'inizio la copertura previene il rischio di complicanze gravi in modo ottimale, più tempo passa, più è necessario intervenire con un'ulteriore dose».
Graziella Melina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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