Ecotassa, altolà Lega E Di Maio: sul Reddito ho la firma di Salvini

Domenica 16 Dicembre 2018
LA GIORNATA
ROMA L'incredibile vicenda della tassa sulla Panda che un giorno c'è e l'altro no continuando a suscitare confusione e perplessità nel mondo dell'industria, in quello del lavoro e fra i consumatori, anche ieri ha occupato le cronache politiche.
E' accaduto che i senatori della Lega, ovvero esponenti di un partito che alla Camera aveva votato la proposta, ieri hanno presenato un emendamento per annullare l'intera decisione dei deputati: cioè per eliminare sia la tassa da 150 euro in su sulle utilitarie (magari prodotte in Italia) che emettono C02, sia l'incentivo fino a 6.000 euro sulle costose auto (prodotte all'estero) elettriche e ibride.
Lapidario il sottosegretario all'Economia, il leghista Massimo Garavaglia: «Come governo diciamo no a qualsiasi nuova tassa, sulle auto come su altro. Se gli amici del M5S trovano altre coperture per gli incentivi siamo ben contenti».
Tutt'altra musica sul versante pentastellato. «La Lega deve fare pace con se stessa, l'emendamento era stato approvato alla Camera, se ci sono da fare correttivi ben venga», ha sottolineato il sottosegretario al Mise Davide Crippa (M5s), a Radio Capital.
Crippa ha ribadito che i grillini non intendono cedere perché nel contratto di governo c'è un riferimento a questa proposta. «Si sta ragionando - aggiunge - di limitare l'imposta a vetture più inquinanti delle utilitarie e di limitare anche il bonus».
Lo stesso sottosegretario ammette che al massimo si potranno incentivare non più di 10.000 vetture elettriche o ibride su un totale complessivo di auto acquistate in Italia pari a oltre 1,9 milioni.
EFFETTI CONCRETI
Quale effetto concreto sul miglioramento della qualità dell'aria possa produrre una manovra di portata così simbolica non è dato sapere. E' certo invece - almeno stando alla reazione infuriata dell'intera filiera automotive, dalla Fiat, ai sindacati, alle associazioni dei consumatori - che il solo annuncio di una «stangata» sull'auto non gioverà certo alla crescita del Pil del 2019. Fiat tra l'altro, che aveva appena annunciato un piano di 5 miliardi di investimenti in Italia fino al 2021, per ora lo ha sospeso in attesa di capire dove si fermerà il pallino della politica e che reazioni avranno le famiglie che si accingevano ad acquistare un'automobile nuova.
Ma lo scontro a muso duro sulla tassa sulla Panda è solo la punta dell'iceberg del braccio di ferro in atto fra i due partiti della maggioranza. Ieri nelle stanze che contano - complice la pressione di Bruxelles che vuole ridurre il deficit strutturale più di quello nominale già portato al 2% - la tensione si tagliava col coltello.
Per uscire dallo stallo ecco allora che è spuntato un ennesimo vertice, che è stato convocato per domani sera a Palazzo Chigi: al tavolo siederanno il premier Giuseppe Conte, i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il ministro dell'Economia Giovanni Tria, il ministro per il Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro e i sottosegretari che in Parlamento seguono la manovra. Sempre nella giornata di domani è atteso a Roma anche Beppe Grillo, che potrebbe fare il punto della situazione con i suoi.
Ufficialmente si tenterà una mediazione ragionevole. E in questo quadro ogni protagonista tenta di portare quanta più acqua possibile al suo mulino. Il leader della Lega, Matteo Salvini, che ieri ha twittato più volte su tentativi delle élites del paese di far cadere il governo, non ne vuol sapere di ulteriori concessioni a Bruxelles anche Luigi Di Maio non vede margini per rivedere al ribasso il reddito di cittadinanza. Ma in ambienti Cinquestelle si fa discretamente sapere che l'Unione Europea on è preoccupata tanto dal reddito di cittadinanza quanto delle pensioni considerate un elemento strutturale di debolezza di un paese che non fa più figli. «Io il contratto l'ho firmato con Salvini e nel contratto c'è il reddito di cittadinanza», ha comunque chiuso la partita Luigi Di maio riferendosi ai dubbi espressi dal sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti.
Diodato Pirone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci