E la senatrice annuncia: «Basta visite alle scuole»

Giovedì 23 Gennaio 2020
LA TESTIMONIANZA
ROMA Dal prossimo aprile la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, non andrà più nelle scuole per raccontare l'inferno che provò a 13 anni quando, in conseguenza delle leggi razziali, fu espulsa da scuola, arrestata e portata nel più famigerato campo di sterminio. «Questo non vuol dire che non continuerà a testimoniare la sua esperienza», spiega il figlio della senatrice a vita, Luciano Belli Paci: «Dopo 30 anni di continui appuntamenti è stanca, provata», ma ha in programma un «ultimo, grande incontro» tra qualche mese, in provincia di Arezzo.
Agli studenti di tutt'Italia Liliana Segre ha descritto, con la sua voce calma ma risoluta, l'orrore del tentativo di fuga verso la Svizzera, l'arresto, i mesi passati nel carcere di San Vittore, in cella col padre, e poi l'orrore di Auschwitz. L'ultimo incontro nella casa circondariale milanese, dove ha voluto tornare: «Della cella 202 del quinto raggio ricordo tutto: in quel nulla mi sono impressa ogni dettaglio», ha detto ai detenuti. Non più tardi di due giorni prima aveva lanciato un messaggio agli oltre duemila studenti incontrati al teatro Arcimboldi di Milano - che l'avevano salutata con una standing ovation - invitandoli a «battersi sempre per la libertà».
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