È cominciato tutto in un mercato per colpa di serpenti e pipistrelli

Venerdì 24 Gennaio 2020
È cominciato tutto in un mercato per colpa di serpenti e pipistrelli
IL FOCUS
ROMA In Cina è considerato il sesto animale dello zodiaco. E, tra cinque anni, gli verranno addirittura dedicati 12 mesi del calendario. Eppure il serpente è diventato l'accusato numero uno per la morte di molte persone, affette dal coronavirus, così chiamato per le punte a forma di corona che sono presenti sulla sua superficie. Come spiega l'Istituto Superiore di Sanità, si tratta in realtà di un'ampia famiglia di virus respiratori che possono causare malattie da lievi a moderate, a sindromi respiratorie come la Mers (sindrome respiratoria mediorientale, Middle East respiratory syndrome) e la Sars (sindrome respiratoria acuta grave, Severe acute respiratory syndrome). A puntare il dito contro il serpente sono ora cinque scienziati dell'Università di Pechino e Guangxi: sarebbe proprio questo rettile il più probabile serbatoio di animali selvatici del virus 2019nCoV, come lo definisce l'Organizzazione mondiale della Sanità.
L'ANALISI
Lo studio di Wei Ji, Wei Wang, Xiaofang Zhao, Junjie Zai, Xingguang Li, pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Medical Virology, individua proprio nel mercato ittico all'ingrosso Wuhan Huanan, il luogo dove i rettili contenenti il virus sono stati venduti: i serpenti rappresentano infatti una delle prelibatezze della cucina locale cinese. Il consumo, in realtà, è molto diffuso proprio perché secondo un'antica credenza popolare si ritiene che la carne di serpente aiuti a combattere le malattie, in particolare quelle invernali. Per una sorta di nemesi, invece, secondo la scienza ora i serpenti sono la causa della polmonite accertata alla fine di dicembre dell'anno scorso. «I risultati della nostra analisi evoluzionistica - scrivono i ricercatori - suggeriscono per la prima volta che il serpente è il più probabile animale selvatico serbatoio del virus 2019-nCov. Molti pazienti sono stati esposti ad animali selvatici nel mercato all'ingrosso di frutti di mare di Huanan, dove venivano venduti anche pollame, serpenti, pipistrelli e altri animali da allevamento. Le nostre analisi suggeriscono che il 2019-nCoV possa essere un virus ricombinante tra il coronavirus del pipistrello e un coronavirus sconosciuto all'origine». E qui entra in gioco infatti l'altro corresponsabile, il pipistrello appunto, animale prescelto dai serpenti. Secondo i ricercatori, il virus è un mix dunque di un coronavirus proveniente dai pipistrelli e di uno che arriva dai serpenti. Da questi ultimi, poi, sarebbe passato agli esseri umani, adattandosi al nuovo ospite e acquisendo la capacità di trasmettersi da uomo a uomo. Nella ricomposizione, ha però fatto una sorta di salto di specie, ha cioè acquisito nuovi recettori che gli permettono di legarsi alle cellule del sistema respiratorio umano.
Graziella Melina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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