Due mesi per analizzare la resistenza del vaccino

Mercoledì 8 Dicembre 2021
LO STUDIO
VENEZIA «La variante Omicron? Ci facciamo i test in casa». Così il governatore del Veneto Luca Zaia ha sintetizzato lo studio che l'Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Venezia (Izsve) ha deciso di avviare sui campioni raccolti in regione della variante Omicron per calcolarne la reazione e l'eventuale resistenza ai vaccini. Studi analoghi erano stati effettuati sulle varianti Alfa e Delta. «E hanno dimostrato che i vaccini funzionano, può solo ridursi l'efficacia», ha detto Antonia Ricci, direttore dell'Izsve.
«Nello studio - ha detto la dottoressa Ricci - utilizzeremo sieri di persone vaccinate o con infezione naturale, in tempi diversi, per coprire varie possibilità. Ci aspettiamo di vedere un calo dell'efficacia del siero contro il virus, per calcolare qual è la diluizione che non è efficace. Questo ci darà l'idea della quantità di anticorpi necessari per neutralizzare la variante. Non ci aspettiamo che non ci sia copertura da parte dei vaccini, perché il virus è sempre quello. Calcoliamo uno o due mesi per avere risultati solidi».
IL PRECEDENTE
Della variante Omicron al momento c'è uno studio scientifico, non ancora pubblicato, di una équipe sudafricana da cui risulta un numero di reinfezioni più alto dopo una prima infezione. Si tratta - ha specificato Ricci - di un modello matematico che nasce dallo studio di casi abbastanza limitati: «Ma non si tratta di fallimenti vaccinali, perché in Sudafrica il tasso di vaccinazione è bassissimo. Abbiamo bisogno di avere più informazioni su come si comporterà questa variante nei nostri Paesi, dove livello di vaccinazione e condizioni sanitarie sono molto diverse da quelle africane. Potremmo avere una riduzione della efficacia dei vaccini in termini percentuali, come già visto con le varianti Delta e Alfa, ma con un livello di protezione che resta buono». Finora i vaccini hanno dimostrato che ci si può contagiare anche se immunizzati, ma c'è una probabilità «del 90% di non finire in terapia intensiva o morire. La dose buster è importante perché dopo 5 mesi dal richiamo l'efficacia del vaccino si riduce, soprattutto di fronte a queste varianti».
Il direttore dell'Izsve ha poi invitato chi viaggia a fare attenzione: «Io consiglio la mascherina Ffp2 che protegge benissimo».
Al.Va.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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