Droga per le notti di Jesolo acquistata sul web oscuro

Giovedì 6 Agosto 2020
Droga per le notti di Jesolo acquistata sul web oscuro
BUSINESS CRIMINALE
MESTRE Scendere in strada, contattare e contrattare con il fornitore di turno, consegne a tarda notte in parchi pubblici deserti: modalità antiquate. La nuova frontiera dello spaccio 4.0 è quella intrapresa da un ventenne mestrino, tra ordini nel dark web e pagamenti in bitcoin e consegna della merce, in questo caso pastiglie di Mdma, il principio attivo dell'ecstasy, a casa direttamente con corriere. Per camuffare la merce e farla arrivare a destinazione, senza destare i sospetti delle dogane, lo stupefacente veniva classificato come mangime per uccelli. Un affare d'oro, per questo giovane operaio scoperto e arrestato dalla squadra mobile: il suo business gli portava ricavi per migliaia di euro, visto che quelle pasticche finivano per rifornire l'intero mondo della movida jesolana.
L'INDAGINE
Gli investigatori veneziani, coordinati dal dirigente Giorgio Di Munno, erano partiti da una segnalazione proprio nel litorale. Da un primo sequestro, quindi, erano riusciti a risalire alla fonte. Senza quell'indicazione, probabilmente, al pusher non sarebbero arrivati molto facilmente, visto che era riuscito a cancellare le proprie tracce con maestria, utilizzando appunto le risorse delle trame anonime della rete. La squadra mobile gli è piombata a casa, e durante la perquisizione hanno trovato 258 pastiglie pronte alla vendita, sotto gli occhi stupefatti dei genitori, chiaramente ignari di tutto. L'ecstasy, come ricostruito dalla polizia, era destinata al popolo della notte del litorale. Il giovane mestrino vendeva quelle pasticche a un prezzo che variava tra i 20 e i 45 euro l'una a seconda dell'intensità del principio attivo. I poliziotti, a casa, non hanno trovato contanti. In compenso, quella partita, evidentemente arrivata da poco, gli avrebbe fruttato poco meno di 10mila euro.
LA TECNICA
Il 20enne, incensurato, sapeva bene cosa e come cercare. Dopo aver scaricato Tor, il browser che permette di accedere e navigare nel deep web, la grande massa dei siti non indicizzati (tutto ciò, quindi, che non può essere intercettato dai motori di ricerca tradizionali), aveva trovato il canale giusto per farsi spedire la droga dal Nord Europa, in particolare dall'Olanda. Per pagare la merce, utilizzava criptovalute (quella più comune, il bitcoin), semplicemente perché non tracciabile. Quell'angolo di rete, utilizzato soprattutto dai criminali, impedisce di risalire a venditore e compratore. Se le transazioni avessero continuato ad essere virtuali, probabilmente i suoi affari avrebbero potuto proseguire all'infinito. In realtà, l'anello debole erano le consegne: prima o poi un controllo in dogana avrebbe finito per scoprirlo. Secondo gli investigatori, però, il ragazzo con questo metodo era riuscito a portare avanti per un bel po' la sua attività criminale.
L'utilizzo del Dark web da parte dei criminali, almeno in Veneto, è ancora all'inizio. Sono in pochi, in questa regione, ad affidarsi a questo innovativo canale di approvvigionamento. Sono tre i principali settori criminali che si possono seguire nella rete nascosta: armi, droga e pedopornografia. Le forze dell'ordine del Veneto (ma non solo), si sono imbattute in particolare in indagini che riguardavano l'ultima di queste tre categorie. Si pensi, per esempio, all'operazione dangerous images di un paio di settimane fa, che ha scoperto una ventina di ragazzini di 14 province (tra cui anche Vicenza) scambiarsi tramite dark web foto e video pedopornografici.
Davide Tamiello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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